L’omicidio di 36 anni fa. Willy, ennesimo sfregio. Sparita una buchetta: "Pronta una denuncia"

Una delle quattro, quella installata all’ingresso della pineta di Lido Volano. La rabbia della famiglia: "L’immagine di Willy preoccupa qualcuno". Il responsabile rischia fino all’incriminazione di favoreggiamento.

L’omicidio di 36 anni fa. Willy, ennesimo sfregio. Sparita una buchetta: "Pronta una denuncia"

L’omicidio di 36 anni fa. Willy, ennesimo sfregio. Sparita una buchetta: "Pronta una denuncia"

L’ennesimo sfregio alla memoria di Willy Branchi e alla ricerca della verità sul suo assassinio di ormai 36 anni fa, si è materializzato. Non c’è stato manco il tempo di annunciare l’installazione delle quattro buchette postali – dove viene chiesto ai ben informati di lasciare informazioni utili agli inquirenti, anche in forma anonima, e cercare di risalire a chi scrisse la missiva nel 2015 ritenuta "fondamentale" –, che una di esse è già sparita nel nulla. Il palo della luce, attorno al quale venerdì era stata posizionata, proprio all’imbocco della pineta di Lido Volano, è ora spoglio. "Era ben attaccata con quattro fascette e con nastro adesivo – spiega l’investigatore privato, Davide Tuzzi –, l’avevo messa venerdì. Il fatto che sia sparita ora è inquietante". Rincara la dose l’avvocato della famiglia Branchi, Simone Bianchi: "Un episodio molto grave – attacca –, evidentemente abbiamo toccato un tasto ancora molto dolente nonostante i 36 anni trascorsi (l’omicidio avvenne la notte tra il 29 e 30 settembre 1988, ndr). Pensare che l’immagine di Willy possa generare preoccupazione in qualche persona è paradossale. Provvederemo a reinstallare una buchetta nuova nello stesso posto, non ci fermiamo".

IL VIAGGIO

Ogni luogo scelto per le buchette non è casuale. Goro, innanzitutto, paese di Willy e dove il suo corpo senza vita venne trovato. Oca Marina, frazione veneta dove da tempo hanno puntato gli occhi i carabinieri e il pm Andrea Maggioni e dove risiede il principale sospettato dell’omicidio (tre gli indagati, ndr), lo stesso che viene alla luce nella missiva anonima recapitata nel 2015 al fratello di Willy, Luca. Poi i lidi Nazioni e Volano, agli imbocchi della pineta che li lega assieme. Perché la pineta? Perché proprio da alcuni fonti confidenziali di persone che la frequentavano – e lo fanno tutt’ora –, all’inizio di tutta questa storia vennero alla luce informazioni poi diventate molto importanti nel prosieguo dell’indagine. Pineta – appunto tra Volano e Nazioni – che vuol dire anche luogo di incontri, in gran segreto e lontano da occhi indiscreti, a sfondo sessuale. E proprio lì siamo andati ieri pomeriggio.

NEL SILENZIO

Le 15.30, la pioggia è battente, in giro non c’è anima viva. Il lido, giorno dopo giorno, sta per risvegliarsi dopo un lungo inverno e prepara l’imminente stagione marittima. Un gruppo di splendidi daini, senza nessun timore grazie alla quiete e all’assenza dell’uomo, arriva a lambire via Lungomare del parco, stradone dritto come un palo che sbatte proprio contro l’ingresso dei circa 6 chilometri di pineta da percorrere solamente a piedi o in bici. Qui la famiglia Branchi venerdì aveva fatto posizionare una delle buchette. D’improvviso ecco una macchina sbucare lentamente. Alla guida c’è un uomo, rallenta, osserva, abbassa il finestrino e: "Serve qualcosa?". Il fare è sospetto, di fronte al "no, grazie", l’auto prosegue per alcuni metri e si blocca a ridosso del cuore della pineta. Aspetta qualcuno, è evidente. Giriamo l’auto e proseguiamo fino a Lido Nazioni, viale del Lago, parte opposta. Qui la buchetta è al suo posto, bagnata per via della pioggia ma ben sigillata. Passano un paio di auto, c’è un camion parcheggiato, nulla più. Caselle postali al loro posto anche nel piazzale Leo Scarpa a Goro e a Oca Marina, con il faccione di Willy appiccicato che sembra osservare chi passa.

FAVOREGGIAMENTO?

Carabinieri e Procura, da ieri sono al lavoro per ricostruire cosa è accaduto a Lido di Volano e risalire al (o ai?) responsabile. Difficile pensare a un fatto accidentale, visto il modo certosino per legarla al palo di metallo. Ecco allora l’ipotesi – meglio, la quasi certezza – che dietro a tutto questo vi sia il gesto volontario. Che ora potrebbe costare carissimo. Al di là della gravità dal punto di vista sociale e culturale, potrebbe configurarsi un fatto reato. E – ipotesi estrema –, qualora emergesse che chi l’ha tolta, l’ha fatto per aiutare qualcuno o coprire qualcosa, ecco che quel reato potrebbe diventare favoreggiamento nell’omicidio. Cosa certa è che, dopo tutti gli sforzi investigativi fatti fino a oggi, il gesto non passerà inosservato. Citofonare Procura o carabinieri per credere...

nicola.bianchi@ilcarlino.net