Mazzette in Fiera, la sentenza. Il giudice smonta Scavuzzo: "Inattendibile e vendicativo"

Le motivazioni del proscioglimento dell’ex presidente Parisini demoliscono il ‘sistema’ "Ricostruzoni illogiche, mosse da animosità dell’ex pentito nei confronti di chi ha denunciato".

Mazzette in Fiera, la sentenza. Il giudice smonta Scavuzzo: "Inattendibile e vendicativo"

Mazzette in Fiera, la sentenza. Il giudice smonta Scavuzzo: "Inattendibile e vendicativo"

Pietro Scavuzzo, il ‘grande accusatore’ dell’inchiesta sul presunto giro di mazzette in Fiera, avrebbe offerto rappresentazioni dei fatti non solo "parziali", ma spesso "illogiche e inverosimili", mosso da "animosità e spirito di rivalsa" nei confronti dei coimputati. In due parole, è da ritenersi "non attendibile". Il giudice dell’udienza preliminare Carlo Negri impiega 87 pagine per smontare, pezzo dopo pezzo, il cosiddetto ‘sistema Scavuzzo’, quella presunta galassia di malaffare che ha fatto finire sotto inchiesta gli ex vertici dell’ente fieristico, tutti assolti o prosciolti al termine dell’udienza del 12 marzo.

Nei giorni scorsi, il giudice ha depositato le motivazioni del verdetto di proscioglimento dell’ex presidente Filippo Parisini, l’unico che aveva scelto di discutere l’udienza preliminare. Gli altri imputati, lo ricordiamo, avevano invece scelto il rito abbreviato ed erano stati tutti assolti. Ieri sono arrivate anche le motivazioni di quella decisione, che in buona sostanza riprendono quanto già espresso dal giudice riguardo alla posizione di Parisini, allargando il ragionamento a tutti gli altri. Il fulcro intorno al quale ruota la sentenza è appunto l’inattendibilità di Scavuzzo, ex collaboratore di giustizia e responsabile di una ditta di allestimenti le cui dichiarazioni sono state il pilastro principale su cui si reggeva il castello accusatorio. Il giudice parte valutando la testimonianza dell’ex pentito. Il primo aspetto che viene messo in evidenza è che Scavuzzo "non dichiara i motivi sottesi alla sua decisione di denunciare". Motivi che il gup non tarda a identificare nel "vivo malanimo e desiderio di vendetta" nei confronti di coloro che, a suo dire, avrebbero manovrato per escluderlo dagli affari.

Poi si entra nel merito di cosa l’imprenditore racconta e in che modo lo fa. Scavuzzo, così Negri, offre di sé un’immagine "schizofrenica". Appare contemporaneamente "come vittima, come uomo sottoposto a ricatto lavorativo-occupazionale ma, al contempo, offre l’immagine di figura chiave nella vita della Fiera, di uomo di fiducia al quale potersi rivolgere al bisogno". Insomma, un "singolarissimo esempio di vittima". Riguardo al modo in cui li racconta, i fatti esposti sembrano "accadere e basta, anche quando sono intrinsecamente anomali e rilevanti". Una quadro "del tutto illogico", che spinge il giudice a non credere alle ricostruzioni di presunte mazzette e regalie ai vertici dell’ente, oltre alle varie irregolarità che sarebbero state commesse tra bar, biglietti d’ingresso e parcheggi. Insomma, afferma il giudice in estrema sintesi, "le lenti che offre Scavuzzo per leggere gli eventi offrono una visione distorta e dunque non veritiera della realtà".

Federico Malavasi