Minoranza contro Sgarbi: "Il sindaco gli revochi l’incarico a Ferrara Arte. L’indagine getta un’onta"

Anna Ferraresi (misto) con Pd, M5S, Azione civica e Ferrara Bene comune: "Riteniamo inopportuna la collaborazione con la Fondazione Cavallini".

Minoranza contro Sgarbi: "Il sindaco gli revochi l’incarico a Ferrara Arte. L’indagine getta un’onta"

Minoranza contro Sgarbi: "Il sindaco gli revochi l’incarico a Ferrara Arte. L’indagine getta un’onta"

La goccia d’acqua è diventata un’alluvione. Tutte le opposizioni compatte chiedono la testa del presidente di Ferrara Arte, Vittorio Sgarbi. E, il dato politico più rilevante, è che l’iniziativa sia partita dalla capogruppo del Misto, Anna Ferraresi. Si è intestata lei, ultimamente, le battaglie politiche potenzialmente più insidiose per l’amministrazione. Tant’è che, nella stesura dell’atto, appare solo il suo nome. Pd, Movimento 5 Stelle, Azione Civica e Ferrara Bene Comune appaiono solo con un’indicazione impersonale. La mozione, che coagula tutte le sensibilità dei gruppi consiliari di minoranza, rivolta a sindaco e giunta, è volta a "revocare la nomina di Vittorio Sgarbi come presidente della fondazione Ferrara Arte e come presidente del Consiglio d’amministrazione". Non solo. Gli esponenti dell’opposizione invitano l’amministrazione a "promuovere la cessazione dei rapporti fra la fondazione Ferrara Arte e la fondazione Cavallini-Sgarbi, al fine di preservare l’immagine e l’integrità della fondazione Ferrara Arte". La vicenda è nota. Sgarbi è nell’occhio del ciclone a fronte dell’apertura dell’inchiesta, da parte della procura di Macerata, che ha aperto un fascicolo per presunto riciclaggio di opere d’arte. L’opera in questione sarebbe quella di Rutilio Manetti ‘La cattura di San Pietro’. "Quest’opera – si legge nel documento della minoranza – sarebbe stata rubata nel 2013 dal Castello di Buriasco, in Piemonte, e ora è posta sotto sequestro dal nucleo tutela del patrimonio". Questa indagine, fanno presenti gli esponenti della minoranza, "si affianca a un episodio parallelo che coinvolge un altro prestigioso dipinto ‘Concerto con bevitore’ attribuito al maestro caravaggesco Valentin de Boulogne, il cui valore commerciale è stimato in cinque milioni di euro e per il quale Vittorio Sgarbi è indagato dalla procura di Imperia per esportazione illecita della tela". Nel documento, dettagliatissimo, si fa riferimento evidentemente anche alle inchieste giornalistiche portate avanti anche da Report e dal Fatto Quotidiano. Articoli giornalistici sui quali, peraltro Sgarbi, quasi quotidianamente attraverso i suoi canali social si scaglia contestandone di fatto la fondatezza. Oltre i confini della Penisola. "L’indagine relativa a Vittorio Sgarbi – così la mozione – ha catturato anche l’attenzione di importanti mezzi di informazione di tutto il mondo, generando discussioni e un notevole clamore. Media autorevoli come il Guardian il Telegraph, el Pais hanno riportato la vicenda evidenziando la mancanza di dichiarazioni da parte del governo italiano sulla situazione del sottosegretario alla Cultura, coinvolto in un’indagine per riciclaggio di beni culturali". Leggendo tra le righe, però, il passaggio politico più rilevante arriva verso la fine del documento. "La posizione di Sgarbi – si legge nella mozione – è stata fortemente e giustificatamente messa in discussione, gettando un’onta sulla sua reputazione a livello mediatico. È deplorevole ritrovarsi nuovamente sui giornali nazionali e internazionali, rappresentati da una figura che dovrebbe essere la prima a tutelare il patrimonio. Considerando che la fondazione Cavallini-Sgarbi è presieduta da Elisabetta Sgarbi, sorella di Vittorio, risulterebbe inopportuna e altamente discutibile qualsiasi ulteriore collaborazione tra il Comune (e Ferrara Arte) e la fondazione Cavallini-Sgarbi". La campagna elettorale, evidentemente, passa anche da qui.

Federico Di Bisceglie