Momenti di condivisione. La Pasqua degli ucraini, la Via Crucis e il pensiero alla patria martoriata

Le celebrazioni dei cattolici di rito bizantino coincidono con quelle romane. Padre Vasyl Verbitskyy abbraccia i tanti connazionali fuggiti dal Paese in guerra. .

Momenti di condivisione. La Pasqua degli ucraini, la Via Crucis e il pensiero alla patria martoriata

Momenti di condivisione. La Pasqua degli ucraini, la Via Crucis e il pensiero alla patria martoriata

Per la prima volta i cattolici ucraini di rito bizantino festeggiano la Pasqua nella stessa giornata dei cattolici romani seguendo quindi il nostro calendario liturgico. Dunque anche a Ferrara questa folta comunità sperimenta oggi, e in occasione della trascorsa settimana santa, una novità che ha il sapore di un’ulteriore forma di condivisione, anche in qualche modo formale, dopo quella sostanziale dei dogmi e di tutti i principi su cui è fondata la fede cattolica. Tutto ciò, come conferma padre Vasyl Verbitskyy "cappellano degli ucraini per la diocesi di Ferrara-Comacchio", fermo restando l’originalità dei riti che fanno riferimento all’Oriente bizantino. Gli ortodossi festeggeranno invece la Pasqua il 5 maggio e con loro anche i cattolici di rito bizantino residenti in madrepatria. Tornando agli ucraini ferraresi, alcuni di loro hanno preso parte alla Via Crucis diocesana di venerdì sera che è partita dal Barco, dove peraltro la comunità conta un oratorio cui accedono molti ragazzi. Inoltre, dopo la veglia di Pasqua della notte scorsa, sono due le messe in programma oggi: alle 10 e alle 14.30 nella chiesa di Santa Maria dei Servi in via Cosmè Tura dove dal settembre scorso è presente la tradizionale iconostasi.

Ma sarà anche occasione di incontro comunitario parrocchiale, sia pure certamente offuscato, anzi intristito, dalla guerra di aggressione che il Paese sta subendo con tanti morti, feriti e distruzioni. Non sono previste feste danzanti (era una riconosciuta tradizione) ma ci si limiterà al pranzo dopo la cerimonia religiosa. Già, la tradizione alimentare: si mangerà, in particolare, carne (prosciutto ucraino), burro e formaggio e naturalmente le uova rigorosamente benedette. Ferrara conta il 10,5% di popolazione straniera (35.600 persone): 3.721 sono ucraini (il 10,43%), di cui 2.963 donne e 758 uomini; i due terzi risiedono in città. Stabili per tanti anni attorno alle tremila unità, nel 2023 la loro presenza ha segnato un significativo incremento a seguito del conflitto. Sono la quarta etnia dopo romeni, marocchini e pachistani.

Alberto Lazzarini