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NOI FERRARESI
Caro Carlino,
il 2023 sta per finire portandosi dietro buone cose e altre molto meno. Prendo due avvenimenti su tutti: la grandinata che ha colpito parte del nostro territorio e il flagello del granchio blu. Il primo è un chiarissimo segnale – se mai ancora ce ne era bisogno – che il clima pazzo è cambiato, che ogni volta che il cielo diventa nero bisogna portare al riparo più cose possibili, oltre alla propria pelle, che l’uomo ha distrutto tutto quanto con le proprie mani e la natura giorno dopo giorno si sta ribellando. La grandinata di luglio è l’esempio più lampante con chicchi grandi come palline da tennis che hanno provocato danni immani a case, auto, aziende. Nel 2024, spero, ognuno di noi possa fare la piccola propria parte per iniziare a ridurre l’inquinamento e il cambiamento climatico. Storia, in parte, legata al clima anche quella del granchio blu che sta devastando larga parte della nostra economia marittima. Un problema che è stato sottovalutato mentre il temibile granchio continuava imperterrito a riprodursi e a mangiare vongole, anguille e tutto il resto che trovava sulla propria strada. Ci siamo chiesti poi le eventuali ripercussioni sul turismo? Ce ne saranno? Agli esperti l’ardua sentenza.
Antonella Fabbri