MAURO MALAGUTI
Cronaca

"Non allineati al 100% con il presidente Tacopina. Spal, ora sei competitiva"

Il dirigente: "Non festeggio la salvezza ma col Pineto mi sono emozionato"

"Non allineati al 100% con il presidente Tacopina. Spal, ora sei competitiva"

"Non allineati al 100% con il presidente Tacopina. Spal, ora sei competitiva"

Sembrano proprio preannunciare un passo d’addio alla Spal, le parole di Filippo Fusco, a meno di eventi oggi imprevedibili. Il responsabile di area tecnica ha preso il posto di Mimmo Di Carlo per l’ultima conferenza pre-partita della stagione, alla vigilia del tranquillo viaggio a Olbia: "Io e il presidente – ammette a domanda – abbiamo formazione e cultura calcistica differenti. Conoscerlo meglio è stato un arricchimento, ma i nostri punti di vista sono diversi sotto molti aspetti, dalla gestione ai ruoli: ora non siamo allineati al 100% e questo può creare un corto circuito. So di non avere un carattere facilissimo, come so di aver dato il massimo. Vedremo se quei punti possono essere riparati, ci parleremo e decideremo. Mi ritengo ancora una risorsa per il club. Quel che conta è la Spal, non Fusco. Io sono un libero professionista, per dieci anni ho fatto l’avvocato e posso scegliere il mio futuro".

Il bilancio di Fusco è a due facce...

"Non festeggio salvezza e undicesimo posto, non eravamo partiti per questo. Le scorie della retrocessione per me hanno pesato, più di un mercato estivo dopo il quale Di Carlo era soddisfatto, mentre molti addetti ai lavori ci accreditavano di un bel campionato. Ci sono stati gli infortuni, con 13 fratture in nove mesi, e il potenziale non espresso di alcuni, le paure che subentrano e magari anche errori miei. Adesso però c’e una base su cui costruire, e mi sembra vicina a rimarginarsi la frattura tra squadra e pubblico: sono due cose delle quali vado orgoglioso. Col Pineto mi sono emozionato come raramente mi è capitato. Sono fiero anche del riequilibrio economico, due retrocessioni in pochi anni lo minano tanto. Abbiamo portato a casa sei milioni e mezzo con le cessioni di Prati, Meccariello e altre operazioni minori. E in entrata si è pagato solo il prestito di Petrovic: in C non serve fare spese folli. Ho calmierato gli ingaggi, ora ridotti del 40% grazie alla disponibilità di giocatori e agenti a spalmare o rinegoziare i contratti. La Mantia, Murgia e Thiam che avevano stipendi pesanti sono andati in prestito e hanno fatto bene, quindi possiamo pensare di collocarli di nuovo".

Cosa non ha funzionato, allora?

"La serie C è così, non sempre il tasso tecnico garantisce. Guardate la Juve Next, nei bassifondi con Yildiz e poi da primi posti senza. A noi è capitata la tempesta perfetta, e il cambio di tecnico va valutato nel momento contingente, non col senno di poi, e io non avevo mai esonerato un tecnico prima. Quanto a Colucci lo ringrazio, ha lavorato nel momento in cui più eravamo contati e ha dato il massimo. La seconda fase di mister Di Carlo poi non è stata uguale alla prima. Ora la Spal ha una squadra competitiva che fa sperare per il futuro, se le si dà quella continuità che nel calcio è sempre un valore: dal ritorno di Di Carlo è nelle prime tre per rendimento".

Che voto si darebbe Fusco? "Non faccio pagelle. Dico solo che un direttore va valutato non solo per le operazioni tecniche ma anche per l’incidenza sulla parte finanziaria e per la capacità di creare un ambiente che ora qui c’è con tutti quelli che lavorano nella Spal. Il circolo vizioso dell’inizio si è trasformato in circolo virtuoso.".

Che futuro vede davanti? "Buono se ci sarà il valore aggiunto della continuità. Gli allenatori hanno valorizzato tanti ragazzi del vivaio, e oggi la Spal ha pieno controllo sui prestiti, dipende solo da lei operare o meno i riscatti. Il presidente col suo entusiasmo è formidabile nel coinvolgere investitori stranieri, in Italia in questo fu un precursore, e sia a Venezia che a Bologna ha vinto. Sono certo che ci riuscirà anche a Ferrara".

Rimpianti a livello singoli? "Ho rammarico per Orfei che a gennaio ha sbagliato a non andare in prestito: dopo ha trovato modesto impiego. Di contro, nel ritorno Nador e Galeotti sono stati le belle sorprese".