CRISTINA RUFINI
Cronaca

Notte dell’orrore a Ferrara Cerca vendetta per il figlio, viene ucciso a bottigliate

Davide Buzzi aveva 43 anni. Gravissimo anche un cugino. Fermati un barista e suo padre. La vittima voleva dar fuoco al locale dove morì di malore il figliastro, ma ne è nata una rissa.

Notte dell’orrore a Ferrara  Cerca vendetta per il figlio,  viene ucciso a bottigliate

Notte dell’orrore a Ferrara Cerca vendetta per il figlio, viene ucciso a bottigliate

di Cristina Rufini

E’ stato ammazzato a bottigliate e con una chiave inglese, a una manciata di metri da dove, nella notte tra il 12 e il 13 agosto scorsi, era morto il ’suo’ Edoardo: il ragazzo di 19 anni che aveva cresciuto come suo figlio. E che venerdì sera lui voleva vendicare. É morto così Davide Buzzi, 43 anni: con il volto sfigurato dai colpi e un profondo taglio alla gola. Lui un gigante, steso a terra, inerme, davanti alla porta di ingresso del Big Town, la chupiteria di via Bologna a Ferrara, che è stata teatro dell’orrendo delitto. Lì Buzzi e il cugino del 19enne morto settimane prima, Lorenzo Piccinini, sono entrati intorno alle 23 di venerdì. Avevano una tanica di coloro rosso fuoco, piena di carburante. Pare volessero incendiare il locale, o quantomeno questo sarebbe stato il timore dei titolari i quali, pare, avessero ricevuto in precedenza alcune minacce in tal senso, tanto che si erano spaventati anche alcuni clienti. Buzzi li riteneva colpevoli di non aver allertato i soccorsi in tempo utile quando davanti al loro locale, Edoardo si era accasciato ed era poi morto. "Da quel giorno la morte del 19enne che lui aveva visto crescere insieme alla madre che era la sua compagna – racconta un amico – è diventata un tarlo. Non riusciva a pensare ad altro. Anche se ieri (venerdì, ndr) lo avevo sentito un’ora prima e mi sembrava tranquillo". Che cosa è accaduto in un’ora, quindi? Che cosa ha fatto scattare di nuovo in Buzzi la sete di farsi giustizia da solo, che poi si chiama vendetta? Dovranno essere gli inquirenti a mettere insieme anche questi tasselli.

La ricostruzione. Sono le 23 circa quando Davide Buzzi e il cugino del 19enne morto il 13 agosto, arrivano con una Bmw in via Bologna, la fermano ed entrano nel locale con la tanica. Ma non fanno in tempo neanche ad aprirla, a quanto pare, che vengono colpiti dal titolare del Big Town, Mauro Di Gaetano, 41 anni e dal padre Giuseppe di 69 anni. Un massacro per Buzzi che viene ripetutamente raggiunto al volto con cocci di bottiglia e con una chiave inglese e poi da un profondo taglio alla gola. Le sue condizioni appaiono subito disperate, viene stabilizzato sul posto e poi trasferito all ’ospedale Sant’Anna di Cona, dove morirà poco dopo. Ancora gravi le condizioni di Piccinini, colpito da una profonda coltellata all’addome. È ricoverato nel reparto di Chirurgia dell’ospedale ferrarese. Le indagini per ricostruire chi ha sferrato i colpi, chi ha materialmente ucciso Buzzi sono eseguite dai carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Barbara Cavallo. Ieri in procura sono stati interrogati a lungo Di Gaetano padre e figlio: nella tarda serata il pm Cavallo ha firmato il provvedimento di fermo in carcere per entrambi. Sono accusati di omicidio volontario, per la morte di Buzzi, e del tentato omicidio di Piccinini. Hanno risposto alle domande del pubblico ministero, assistiti dai loro legali Michele Ciaccia e Stefano Scafidi, ma su quanto detto c’è il massimo riserbo.

Il movente. A monte del delitto, c’è come già spiegato la morte del 19enne, di cui Buzzi accusava i titolari del locale nella misura in cui non si erano prestati per soccorrerlo. Non si dava pace da quel maledetto 13 agosto. Li aveva minacciati, tanto che nei suoi confronti il titolare del locale aveva presentato una denuncia alla polizia. La situazione era obiettivamente incandescente e venerdì sera si è consumato il tragico epilogo. Buzzi, peraltro già il 18 agosto scorso, appena cinque giorni dopo la morte del figliastro, aveva aggredito uno straniero, davanti a un altro bar del centro storico, perché lo riteneva in qualche modo responsabile della morte del 19enne. Una spirale di sete di giustizia fai da te e rabbia cieca che è sfociata nell’orrore di venerdì scorso. Ieri, infine, mentre padre e figlio erano sotto interrogatorio, andato avanti fino al tardo pomeriggio, il questore di Ferrara, Salvatore Calabrese, ha firmato l’ordine di chiusura del locale per una settimana. Ieri mattina erano ancora ben visibili dall’esterno le enormi tracce di sangue che hanno macchiato il pavimento del locale dove Buzzi si è accasciato, il bancone e l’ingresso del Big Town. Un amico della vittima ha deposto un fiore, davanti al locale. Un girasole.