FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Pd, sconfitta e ripresa. Non sfonda ma regge. Traina la coalizione e si piazza al 22,5%

Le altre forze della squadra di Anselmo non centrano al doppia cifra. Tra i partiti tradizionali si conferma il primo, doppiando Fratelli d’Italia. Nessuno dei vertici del partito ha commentato il risultato delle urne. .

Pd, sconfitta e ripresa. Non sfonda ma regge. Traina la coalizione e si piazza al 22,5%

Pd, sconfitta e ripresa. Non sfonda ma regge. Traina la coalizione e si piazza al 22,5%

Le urne fotografano un Pd a due volti. Il primo, il più evidente, è quello della sconfitta. La sfida era ardua sin dall’inizio, e la mazzata è stata pesante. L’altro lato della medaglia è invece quello che registra una sostanziale tenuta del partito. In flessione rispetto alle politiche del 2022, ma in (lieve) crescita rispetto al dato del 2019. Partiamo dai numeri. Alle elezioni di questo fine settimana i dem hanno strappato un 22,5%, per un totale di oltre 15mila preferenze. Troppo poco per centrare l’impresa e riconquistare un fortino saldamente in mano al centrodestra, ma comunque sufficienti per qualificarsi forza trainante di una coalizione – quella a sostegno del candidato Fabio Anselmo – nella quale nessun altro simbolo ha sfiorato la doppia cifra. Allargando poi lo sguardo agli altri schieramenti, il Pd è il primo tra i partiti ‘tradizionali’, doppiando Fratelli d’Italia. Al di là dei ‘bicchieri mezzi pieni’, rimane il dato di una batosta dalla quale i dem dovranno ora ripartire per affrontare altri cinque anni di opposizione. E dovranno farlo iniziando a ricostruire anche sulle basi del risultato ottenuto alle europee, che appunto li incorona primo partito in città. A caldo, nessuno dei vertici (né il segretario comunale Alessandro Talmelli, né il provinciale Nicola Minarelli) ha commentato il risultato. È possibile che una prima analisi arrivi dalle prossime ore, a bocce ferme. Buttando intanto un occhio alle preferenze dei singoli candidati consiglieri, sul podio troviamo Anna Chiappini (oltre 490 preferenze), Davide Nanni (oltre 430) e Sara Conforti (404). Seguono Massimo Buriani, Matteo Proto ed Enrico Segala.

Spingendo lo sguardo indietro ai precedenti risultati elettorali di casa dem, il primo dato in ordine cronologico è quelle delle elezioni politiche del 2022. L’anno in cui Giorgia Meloni si prese l’Italia e i suoi Fratelli d’Italia fecero man bassa di voti anche nel Ferrarese. Quell’anno il Pd (dato Camera dei deputati) totalizzò il 25,96% per un totale di 17.824 preferenze. Se invece si sposta il raffronto alle precedenti elezioni amministrative, quelle che consegnarono le chiavi della città alla giunta di Alan Fabbri a trazione Lega, il dato fu ancora meno entusiasmante. Il Partito Democratico, socio di maggioranza della coalizione che sosteneva come candidato sindaco l’assessore alla Sicurezza uscente Aldo Modonesi, si fermò al 21,82%. Uno dei risultati meno lusinghieri di sempre.

Le percentuali ottenute in questo weekend elettorale, sia a livello europeo che a livello del capoluogo, parlano dunque di un partito che, con fatica, sta cercando di uscire dalle sabbie mobili in cui era precipitato. I numeri però sono impietosi e non bastano per avere la meglio su un Fabbri ancora popolare. Al di là delle analisi e della fredda fotografia di un risultato che, seppur lontano dalla vittoria, evidenzia un sussulto, è verosimile che tra le fila del Pd ci si inizi già ad interrogare sulle ragioni della sconfitta. E non è detto che questo non possa portare a qualche regolamento di conti interno tra gli ‘anselmiani’ e chi, al momento di scegliere il candidato, aveva messo sul piatto ipotesi e nomi differenti.