Premio Agrimanager ai Vivai Zanzi: "Cuore a Ferrara, vocazione globale"

Parla Riccardo Zanzi, responsabile delle certificazioni dell’azienda agricola che riceverà il riconoscimento "Ogni anno produciamo 8 milioni di piante da frutto. Il 40% è costituito da melo, molto richiesto in India".

Premio Agrimanager ai Vivai Zanzi: "Cuore a Ferrara, vocazione globale"

Premio Agrimanager ai Vivai Zanzi: "Cuore a Ferrara, vocazione globale"

Il vivaio come cultura, tradizione, storia ma soprattutto come presenza attiva in un contesto produttivo – il settore ortofrutticolo - avanzato e proiettato verso un futuro che, ovviamente, evolve. Stiamo parlando di ’Vivai Fratelli Zanzi’, un’eccellenza per il nostro territorio dove opera fin dal tramonto del XIX secolo, che oggi riceverà il Premio Agrimanager 2023 da Emil Banca e Agri2000 Net. Per la famiglia ritirerà il riconoscimento Riccardo Zanzi responsabile delle certificazioni, 42 anni, laurea in Scienze della comunicazione, uno dei quattro cugini che danno vita all’ennesima generazione della famiglia impegnata in questo settore di avanguardia. Riccardo Zanzi, di cosa si occupa con esattezza il vostro gruppo?

"Ogni anno produciamo 8 milioni di piante da frutto. Il 40% è costituito da melo, molto richiesto soprattutto in India. Poi il pero nelle sue tante varietà e ultimamente anche la frutta a guscio: noce e nocciolo per il quale…non ce n’è mai abbastanza. Non dimentichiamo, infine, i 15 milioni di piante di fragole".

Aggiungiamo qualche dato…

"Il fatturato sfiora i dieci milioni, i dipendenti sono 200 stagionali e 20 fissi tutto l’anno. È un’azienda di respiro internazionale attiva in Europa, Asia, Medio Oriente e Nord Africa, con una percentuale sempre crescente di export".

Zanzi è un’azienda ferrarese che si è espansa. Dove?

"La sede è in città dove ci sono gli uffici e i frigo per la distribuzione dei prodotti in inverno. Qui abbiamo anche i frutteti sperimentali per testare le novità. Poi abbiamo 180 ettari di vivai nella zona di Massenzatica vicino a Mesola. Altri 200 ettari sono nel Veronese e sempre in quella zona è stata creata una ditta destinata a produrre piante biologiche. Novità nella novità, abbiamo iniziato un programma di miglioramento genetico con incroci mirati per albicocco, melo e susino. Deteniamo le licenze di moltiplicazione delle più importanti varietà presenti sul mercato e collaboriamo con i più importanti centri di ricerca, università, istituti e centri di sperimentazione. La nostra è un’azienda fatta di persone motivate e competenti, pronte a lavorare sul campo".

Il mercato non appare particolarmente brillante…

"E’ cosi. Il momento non è dei migliori ma possiamo contare su una visione ampia dello scenario internazionale. Non possiamo che puntare sulla qualità e sull’innovazione, sulla scelta di prodotti specifici. Lo stesso agricoltore è chiamato a operare in modo diverso, entrando in un progetto ed evitando dannose improvvisazioni: non è più possibile produrre e "pensare poi" come collocarlo".

Ci descriva la società Zanzi.

"E’ una società agricola al cui vertice ci sono i cinque fratelli Carlo, Paolo, Franco, Giovanni e Rita, tutti impegnati in azienda. Mano a mano stanno passando le consegne ai figli Enrico, Matteo, Riccardo e Francesca. Giovanni ricopre l’incarico di direttore".

Le radici sono profonde…

"Sì, risalgono al 1896 quando il mio trisavolo cominciò a produrre anche per i vicini. Nel secondo dopoguerra mio nonno Luigi ha trasformato l’azienda da locale a internazionale innovando il settore. Dagli Stati Uniti ha importato le nettarine, le varietà brevettate. Insomma ha effettuato un’autentica rivoluzione nel settore".