Rebus intelligenza artificiale. Fraccaro: "Può aiutare l’uomo se regolata da norme ed etica"

Ospite del Rotary Est a Palazzo Roverella, l’esperto di SAIHub di Siena ha ammonito: "Va gestita. Le macchine ci hanno sostituito in lavori che oggi nessuno vuole più fare".

Rebus intelligenza artificiale. Fraccaro: "Può aiutare l’uomo se regolata da norme ed etica"

Rebus intelligenza artificiale. Fraccaro: "Può aiutare l’uomo se regolata da norme ed etica"

"L’intelligenza artificiale non è pericolosa in sè, dipende da come viene utilizzata dall’uomo. Certamente è tanto più potente quanto più differisce dal modo umano di agire, consentendo di affrontare problemi che consideriamo comunemente irrisolvibili. Ma va utilizzata secondo regole chiare e con un’etica: l’IA senza etica non è intelligenza". Così Walter Fraccaro, manager e presidente del centro SAIHub di Siena, tra i massimi esperti italiani ed europei del settore, ospite del Rotary Ferrara Est (presieduto da Paolo Govoni ) a Palazzo Roverella nell’ambito di una conviviale interclub con il Rotary Ferrara. "L’IA che usiamo, quella convenzionale che sta veramente cambiando il mondo – ha spiegato Fraccaro, facendo chiarezza sulla confusione terminologica in corso–, è calcolo, non intelligenza col riferimento a quella umana. Non è imitazione del cervello, è utilizzo del digitale per risolvere problemi prima non gestibili per le nostre limitatezze". Nella sua brillante relazione, intitolata ’Bastoni, scacchi e tostapane’, il manager veneto ha paragonato l’intelligenza artificiale al tostapane, appunto: "Quanto ci riferiamo all’AI diciamo che ad essa ’insegniamo’, che ’lei impara’, che ’lei decide’. Come dire che quando infiliamo il pane nel tostapane gli ’insegniamo’ qualcosa, quello ’impara’ a tostare e poi ’decide’ di ridarcelo pronto.

In realtà, un sistema di Intelligenza Artificiale ha metodi completamente diversi da quelli del nostro cerebro e verbi come insegnare, imparare e decidere sono del tutto inappropriati. Nell’AI, come nel tostapane, non c’è alcun barlume di intelligenza – ha chiarito – ma noi lo crediamo perché la prima risolve dei problemi. Pensiamo ad esempio al fenomeno ChatGpt (un chatbot basato su intelligenza artificiale e apprendimento automatico, sviluppato da OpenAI, ndr): siccome parla crediamo sia intelligente ma essa può descrivere benissimo un gatto ma non sa cos’è un gatto. Distinguere – ha precisato Fraccaro – non significa sapere". Come tutte le cose create dall’uomo - è stato però l’avvertimento del manager - anche l’AI può essere dannosa o potenzialmente pericolosa ma dipende da noi, dalle regole e dall’etica, appunto, che sapremo dare all’utilizzo di questa invenzione: "L’umanità - ha aggiunto con una nota di evidente ottimismo – è capace di frenare certe derive: la storia lo insegna". C’è il rischio che l’intelligenza artificiale possa sostituire l’uomo e il suo lavoro? "Le macchine – ha risposto Fraccaro – ci hanno sostituito in lavori che oggi nessuno vuole più fare. Questo perché ciò che è stato automatizzato è un tipo di lavoro che con l’etica di adesso giudichiamo disumano. Chi vorrebbe andare con una mazza a spaccare le pietre? O trovarsi in situazioni di disagio o di pericolo? Vero che abbiamo costruito l’automazione prima di tutto per un vantaggio economico, ma nel farlo sono stati eliminati molti lavori disumani, e si continua su questa strada. Questo fenomeno – ha concluso Fraccaro – ci ha reso, e ci renderà, più umani. pensateci: avremo più occasioni per fare sport, per fare turismo, per leggere libri. Con l’IA si lascia alla persona la possibilità di eseguire lavori più umani e di guadagnare più tempo per la propria vita". Molte le domande dal pubblico in sala.