"Ridimensionamento subìto e non condiviso"

Il governo ha deciso di ridurre la rete scolastica, ma la Regione Emilia Romagna e la Provincia di Ferrara si sono opposte. Una decisione politica di "riduzione del danno" che non può essere condivisa, poiché taglia posti di lavoro e toglie risorse alla scuola pubblica.

"Non si può fare cassa sulla scuola, i territori vanno valorizzati, non penalizzati". Anna Chiappini, responsabile dstruzione della segreteria provinciale del Pd, non ci sta e fa capire a chiare lettere quale sia la posizione del Dem sul tema della scuola. "Si è abbattuta anche a Ferrara l’onda del ridimensionamento della rete scolastica originata dal decreto interministeriale in cui il Ministro dell’Istruzione ha stabilito i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi per gli anni scolastici 2024/2025, 2025/2026, 2026/2027 – spiega l’esponente dem –. La Regione era prontamente ricorsa presso la Corte Costituzionale, e non è stata la sola ad esprimere contrarietà.

Il presidente Bonaccini, assieme all’assessora regionale alla Scuola Paola Salomoni, aveva sostenuto "la tutela del diritto all’istruzione da garantire ovunque, comprese le aree più periferiche, quelle montane e le aree interne", che il provvedimento del Governo metteva in

pericolo. Sottolineava, inoltre, come singolare – anche in questo caso – che tra le Regioni più

colpite ci fosse l’Emilia Romagna, che ha un rapporto tra numero di autonomie e popolazione scolastica tra i più virtuosi in assoluto. A stretto termine dal Natale è toccata alla Provincia di Ferrara, come ultima fase, una sapiente, onerosa opera di mediazione, che ha visto la disponibilità di tutte le province della Regione, comprese quelle non direttamente coinvolte dalla razionalizzazione, dato assolutamente non scontato.

"Una scelta che abbiamo subìto e non condiviso", come più volte ribadito dal presidente della Provincia Gianni Michele Padovani. Una decisione politica di "riduzione del danno" che, come giustamente sostenuto da Monica Ottaviani, segretaria generale Flc Cgil Emilia Romagna "non può trovarci in alcun modo favorevoli, trattandosi della conseguenza pratica dell’attuazione di un disegno nazionale giudicato da noi grave e che taglia presidi democratici, taglia posti di lavoro e toglie risorse finanziarie e professionali alla scuola pubblica statale".