Riflettere sul dono di sé condizione vera di comunione con Dio

Il cammino quaresimale invita alla riflessione sul "dono di sé" come comunione con Dio. La Trasfigurazione di Gesù mostra il dono totale per amore, illuminando la via della sofferenza e della resurrezione. La luce divina e la voce del Padre ci guidano verso la partecipazione al mistero della redenzione.

Domenica 25 febbraio 2024 - II Domenica del Tempo di Quaresima Gn 22, 1-2. 9. 10-13. 15-18; Sal.115; Rm 8, 31-34; Mc 9, 1-9

Il nostro cammino quaresimale ci invita a riflettere in questa seconda domenica sul “dono di sé”

come condizione vera della comunione con Dio. La tragicità della ben nota prima lettura tratta dal libro della Genesi, conosciuta come il sacrificio di Abramo, ci fa pensare a come Dio Padre in un certo senso voglia anticipare lo strazio e la sofferenza atroce del sacrificio del proprio unico Figlio risolto con un atto salvifico ed eccezionale riportando il tutto ad un rapporto vero con Dio stesso. È facile comprendere che il sacrificio di Gesù, e il Suo dono assoluto, diventi immagine di ogni dolore e dall’altra parte la gioia della Sua Resurrezione sia il compimento per tutta l’umanità da parte di Dio. Ad ognuno di noi potrebbe essere chiesto di sacrificare il proprio Isacco, come dono di sé all’amore di Dio e alla fiducia in Lui e nel Suo progetto. Ma dove ci porterebbe questo? Marco narra l’evento della Trasfigurazione: Gesù comincia a parlare apertamente della sua passione ai suoi discepoli che ora devono comprendere il mistero della Sua identità di Figlio di Dio e di servo sofferente; Elia e Mosè sono i testimoni del compimento della Legge e della Profezia fondamento della fede in Dio che dà tutto sé stesso per amore della Sua creatura. Gesù mostra ai tre discepoli l’orizzonte su cui si sviluppa il cammino della sofferenza e della passione e la voce del Padre conferma la Sua partecipazione a tutto questo realizzando così il Suo progetto redentivo. Gesù è il compagno che Dio ci ha dato; è il Figlio che apre il percorso e con il suo esempio ci insegna a compiere i passi nella via del dono per amore. La luce divina che avvolge ed emana Gesù e la voce del Padre che comanda di ascoltarlo, devono diventare i segni e il sostegno dell’umanità,

che assiste alla Sua passione e alla Sua morte ma che diventa partecipe della resurrezione per questo dono di amore assoluto ed incondizionato. Abbiamo bisogno di luce interiore per superare le prove della vita, abbiamo bisogno della voce di Dio che compatisce con noi le nostre difficoltà.

Saliamo dunque con il Padre, nel Figlio, per la forza dello Spirito sul monte della preghiera e contemplando, nel dono, il volto pieno d’amore e di verità, abbandoniamoci a Lui con fede e coraggio perché chiamati a fare parte della relazione divina della Santissima Trinità.

Don Andrea Pesci