MARIO BOVENZI
Cronaca

Scatta lo sciopero degli autobus. Code e lunghe attese alle fermate: "In ritardo al lavoro e all’università"

La protesta dei viaggiatori, anche 40 minuti per riuscire a salire sui mezzi. Il sindacato: "Adesione alta"

Scatta lo sciopero degli autobus. Code e lunghe attese alle fermate: "In ritardo al lavoro e all’università"

Scatta lo sciopero degli autobus. Code e lunghe attese alle fermate: "In ritardo al lavoro e all’università"

In coda alla fermata, le dita incrociate, sperando che l’autobus non sia solo un desiderio ma una colorata realtà, nel muso che si profila sul piazzalone della stazione. Ma i sogni sono destinati spesso a restare sogni, almeno per l’arco di 40 minuti. Tanti ne ha aspettati Maddalena Sillari, studentessa della facoltà di chimica, prima che nello sbuffo dei freni il bus attraccasse nella piazzola. Davanti alla stazione, autobus con il contagocce, tanti disagi per chi magari sceso dal treno doveva andare a casa, all’università o al lavoro con il bus. Forte l’adesione allo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico locale proclamato dal sindacato Usb lavoro privato, coordinamento settore trasporto pubblico locale. Con presidi a Bologna e Modena. Dice Antonio Ferrucci, referente Usb per Ferrara: "Non abbiamo ancora i numeri ma l’adesione è stata alta. Forse una risposta in un certo senso anche al governo che alcuni giorni fa aveva fatto slittare la data della prima manifestazione. Questo, lo si vede dalla partecipazione, è stata un segnale forte".

Un segnale certo, che non è piaciuto a Rossella Crumo, un occhio agli orari – ieri tutti saltati – l’altro al telefonino per cercare di capire e avvertire il datore di lavoro. Che sarebbe arrivata in ritardo. "Una giornata – traduce il significato della manifestazione a chiare lettere il sindacato Usb – che per tutti gli autoferrotranvieri si trasforma in un grande impegno per il diritto dell’esercizio di sciopero nei servizi pubblici essenziali dopo che il ministro delle infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, ha precettato i lavoratori per la giornata di mobilitazione del 29 settembre". Una giornata che non scorderà tanto facilmente Martina Matucci, di Firenze, scesa in stazione, obiettivo riuscire ad andare a lezione. E’ iscritta alla facoltà di medicina. Lo sguardo che scivola sul piazzale singolarmente vuoto, alla ricerca del suo 11 bis. Nonostante il tam tam, dello sciopero non sapeva nulla. "La mobilitazione – precisa ancora il sindacato di base – vuole mettere in discussione le politiche di questo governo per rivendicare salari e condizioni di lavoro dignitosi, il superamento degli appalti e subappalti ad aziende private che offrono servizi di scarsa qualità e lavoro sottopagato, l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, il salario minimo per legge a 10 euro l’ora".

Tania Derevianko viene dall’Ucraina, lavora. "Faccio la badante – afferma – come tante mie connazionali. Niente autobus, un bel problema". Su un lato del piazzale ci sono i taxi schierati, Giancarlo Andreatti – da 14 anni al volante – aspetta i clienti insieme ai colleghi. "Ferrara non fa sciopero, queste manifestazioni vanno calibrate sulle singole realtà. Ferrara non ha i problemi di Roma, qui se aspetti dieci minuti l’arrivo di una macchina è già tanto". Sono 54 le auto che fanno parte del Consorzio tassisti ferraresi (Ctf). Ieri, con gli autobus quasi fermi, il lavoro è cresciuto. E’ alla fermata Matilde Coli. Appena scesa dal treno, anche per lei lo sciopero è stato una sorpresa. Le mani a stringere il giubbino di pelle fuori moda in questa stagione dallo straordinario caldo, si chiede come farà ad arrivare a casa.