’Sottratti alla grazia’ in libreria, l’opera poetica di Angelo Andreotti raccontata dalla docente del Roiti

Dopo il Salone di Torino, esce in libreria la prima antologia su Angelo Andreotti, curata da Matteo Bianchi e Daniele Serafini. Il volume raccoglie poesie e interventi critici sull'opera del poeta ferrarese, celebrando la sua eredità culturale e morale.

’Sottratti alla grazia’ in libreria, l’opera poetica di Angelo Andreotti raccontata dalla docente del Roiti

’Sottratti alla grazia’ in libreria, l’opera poetica di Angelo Andreotti raccontata dalla docente del Roiti

Dopo il Salone di Torino arriva in libreria la prima antologia dedicata ad Angelo Andreotti. Dopo il Salone internazionale del Libro, è ordinabile in qualsiasi libreria Sottratti alla grazia. Poesie 2006-

2023 (Samuele Editore), il numero monografico della rivista ‘Laboratori critici’ dedicato all’opera poetica di Angelo Andreotti. Curato da Matteo Bianchi e da Daniele Serafini, che hanno accompagnato il poeta e critico d’arte ferrarese fino all’ultimo saluto, in Certosa, lo scorso maggio, il volume antologico raccoglie 75 poesie selezionate dalle sue nove raccolte edite, seguite da undici interventi critici, tra cui quelli di Massimo Scrignòli e Paolo Vannelli. ’Sottratti alla grazia’ è stato presentato in anteprima alla kermesse torinese dal co-curatore Serafini e da Claudia Mirrione, docente del liceo Roiti.

"Angelo Andreotti è stato un intellettuale che non si può dimenticare – afferma Mirrione (foto) – e sia i testi selezionati sia le analisi affettuose degli amici scrittori e accademici, ne evidenziano lo spessore. Tra gli anni Ottanta e Novanta, Andreotti visse a pieno l’esperienza di Casa Cini, grazie alla figura carismatica di don Franco Patruno, un artista eclettico vicino alla filosofia di Jacques Maritain, che aveva fatto del rispetto e del dialogo con l’alterità la cifra principale del suo pensiero. E Andreotti l’ha ereditata non solo sul piano culturale, ma anche etico e morale". Collaborando prima con Andrea Buzzoni alla curatela di alcune mostre di rilievo a Palazzo dei Diamanti, poi curando in prima persona quelle del Padiglione d’Arte Contemporanea gli anni Duemila furono decisivi per la sua formazione critica. "Sul piano prettamente poetico – riprende Serafini – Andreotti ha avuto il merito di trasformare casa Ariosto in un luogo di confronto costante, invitando personalità da tutta Italia. Secondo Angelo, il silenzio era il momento di sospensione dalla chiacchiera, dalla lingua dell’utile, in cui ascoltare le rarefazioni della realtà circostante, ma anche il deposito del reale dentro di noi. La dimensione qualitativa del tempo, il kairos che si oppone al chronos delle lancette, era per lui il momento supremo, l’occasione in cui fissava i suoi temi".