MAURO MALAGUTI
Cronaca

Spal retrocessa: ultima chance contro Milan Futuro per evitare la Serie D

La Spal deve vincere contro il Milan Futuro per evitare la retrocessione in Serie D dopo una stagione deludente.

La Spal deve vincere contro il Milan Futuro per evitare la retrocessione in Serie D dopo una stagione deludente.

La Spal deve vincere contro il Milan Futuro per evitare la retrocessione in Serie D dopo una stagione deludente.

Davvero, non c’è limite al peggio con questa Spal, che già si è guadagnata di diritto un posto nella top 5 delle più brutte e deludenti di sempre, e ha ottime possibilità di schizzare al primissimo posto sabato prossimo. Oggi la Spal è retrocessa, e deve vincere in casa col Milan Futuro per salvarsi. Ma al di là del risultato, che pure in uno spareggio conta mica poco, è stata la prestazione offerta a Solbiate Arno a far cadere le braccia. Perdere rientra nelle possibilità, perdere così, per paura e mancanza di carattere davanti a una manica di ragazzini, quello no, non ci può stare. La Spal è stata passiva e remissiva fino all’intervallo, sempre in balìa delle onde e salvata solo dal buon pomeriggio di Galeotti. Poteva tentare di aggredire l’avversario, che con un gol al passivo rischiava di stramazzare. Invece gli ha regalato coraggio, visto che paralizzata non ribatteva, e lasciava il pallino ai rossoneri senza portare mai una minaccia che ne minasse la convinzione. Col passar dei minuti Ianesi e compagni si sono ringalluzziti fino al gol. Un direttore di gara che si è esibito sui livelli della prova dei biancazzurri ha firmato l’episodio decisivo, ma non è un alibi: la Spal ha strameritato di andar sotto. Quando ci è riuscita, ha poi reagito in maniera confusa. Zero tiri al 95’ e una sola respintina di Nava su tiro-cross di Haoudi raccontano in modo impietoso la dèbacle biancazzurra. Mister Baldini continua a rimandare alla partita successiva, ma adesso ne rimane una sola, e da sabato prossimo non potrà più farlo. La Spal ha già un piede in serie D e per scampare lo status di dilettante dovrà fornire ben altra prova di sé nella sfida conclusiva.

La cinghia di trasmissione tra tecnico e giocatori deve esser ben logora, se una squadra che a Baldini pareva alla vigilia carica e smaniosa di giocare, puntualmente ha dimenticato di farlo. Curiosa la tesi secondo cui avere due risultati su tre ha dato tensione: sabato ce ne sarà solo una, quindi andrà di sicuro alla grandissima? Nemmeno sul piano delle scelte Baldini si è rivelato felice. Giusto non modificare l’assetto che nelle ultime gare aveva funzionato, ma forse si è aspettato troppo: il due contro tre a centrocampo andava risolto prima del 45’. Paghera e Nador contro Sandri, Alesi e Branca lasciavano ampie falle centrali, e quando un esterno si accentrava per pareggiare l’inferiorità numerica, liberava l’avversario di fascia. Sistemata la squadra nell’intervallo, ci si è limitati a sostituire poi le due punte: si poteva tentare una soluzione più offensiva sugli esterni con D’Orazio e Rao. Invece sono entrati Awua, un Haoudi rispolverato dal nulla e Zammarini all’ala, tutti giocatori incapaci di spunti e strappi per far danni a un Milan ormai contratto e chiuso in difesa. In definitiva, non sono piaciute né la Spal né la gestione di partita della panchina. Delusissimi i tifosi. In assenza degli ultras, una rappresentanza dei quali è rimasta fuori per protestare contro le squadre B, i 311 hanno fatto sentire la Spal a casa. Nemmeno questo è servito. Agli appassionati si deve chiedere un ultimo sforzo sabato, per evitare che uno dei peggiori anni della nostra vita si trasformi nell’incubo che può mettere in dubbio la stessa esistenza del club. Anche a naso turato, ma si sostenga la squadra, soprattutto se dovesse andare sotto: se al primo stormir di fronde contrario ci si perde come a Solbiate, con la propria gente contro si franerebbe definitivamente. Poi i giocatori vanno e la Spal rimane (in D). Restano solo questi 90’, in fondo: poi finalmente la pena finirà. Già: ma come?

Mauro Malaguti