Statale 16, nuova frenata del Tar: "Doppia vittoria per gli espropriati"

Il tribunale amministrativo regionale conferma la prima sentenza e ferma ancora i lavori per la variante. Adesso la questione verrà affrontata l’11 luglio durante la causa vera e propria tra residenti e Anas.

Statale 16, nuova frenata del Tar: "Doppia vittoria per gli espropriati"

Statale 16, nuova frenata del Tar: "Doppia vittoria per gli espropriati"

Una doppia vittoria per gli espropriati della Statale 16. L’altro giorno il tribunale amministrativo regionale è intervenuto, a stretto giro, sui lavori per realizzare la variante di otto chilometri da Argenta a Ponte Bastia. E il Tar ha confermato lo stop al cantiere, rimandando alla causa vera e propria che verrà celebrata l’11 luglio.

Esulta ancora Romeo Sangiorgi, paladino degli espropriati, che con un gruppo di residenti si è rivolto ad un avvocato per interntare il ricorso. Il Tar per il momento ha riconosciuto – con due pronunciamenti in successione, l’ultimo quello di martedì – le ragioni dei residenti. Chiaro quanto viene scritto nel dispositivo in questa battaglia legale che sta portando avanti l’avvocato Carlo Dalla Vecchia che tutela le proprietà di una decina di cittadini, molti agricoltori, imprenditori e proprietari di case e immobili sui quali va ad impattare il percorso tracciato dall’Anas. Il Tar stabilisce, in primis, che i lavori non hanno il carattere dell’urgenza, conferma inoltre il danno che potrebbe essere arrecato con il cantiere ad appezzamenti e case. Un danno irreversibile se le ruspe entrassero in azione. Sangiorgi, uno dei proprietari, si era rivolto già tanti anni fa al Tar per fermare questa opera. Ed anche in quella occasione era arrivato lo stop all’infrastruttura. Ora la palla passa di nuovo al Tar, l’udienza dell’11 luglio sarà decisiva e aprirà la causa vera e propria. Causa che vede contrapposti da un parte i cittadini, dall’altra Anas e lo stesso ministero ai lavori pubblici. Diventa così sempre più accidentato il percorso per realizzare quest’opera. Sangiorgi mette in luce anche quello che ritiene un rischio per l’ambiente. "Il tracciato attraversa – denuncia – un bosco con alcune essenze di pregio, un’oasi naturale. Il bosco è stato fatto con noci da legno negli anni Ottanta ed è diventato habitat di caprioli, istrici, tassi ed anche volpi. Insomma, si tratta di un vero patrimonio paesaggistico di biodiversità con piante autoctone e varie specie di uccelli. Quello che mi stupisce è che nessuno, mi riferisco agli ambientalisti, si sia mosso per salvare queste piante. E poi li vedi in tv incatenarsi per un albero".