Tre donne aggredite in strada. Uno dei soccorritori:: "Sono corso dopo le grida"

Tra gli intervenuti anche un ferrarese: "Rimasto accanto a una delle vittime"

Tre donne aggredite in strada. Uno dei soccorritori:: "Sono corso dopo le grida"

Tre donne aggredite in strada. Uno dei soccorritori:: "Sono corso dopo le grida"

Momenti di incomprensibile violenza e follia ieri, nel primo pomeriggio, in corso Vittorio Emanuele. Un giovane straniero ha aggredito nel giro di pochi minuti non una ma tre donne, gettandone due a terra per poi immobilizzarle sull’asfalto. Grazie all’intervento di alcuni passanti l’aggressore è stato allontanato e pare che già ieri gli agenti della Volante, subito intervenuti sul posto, lo abbiano individuato e portato in questura. Tra coloro che sono intervenuti per aiutare le donne aggredite, c’era anche Giulio Zamboni di Ferrara, che si trova a Modena i poiché impegnato a teatro, dove lavora come attore. "Ho sentito gridare una donna: mi sono avvicinato e ho chiamato il 112. Io sono rimasto con la signora, mentre alcuni ragazzi inseguivano l’aggressore. Aveva lo sguardo perso, fisso, non capiva: credo fosse sotto l’effetto di stupefacenti". Secondo quanto poi ricostruito dalla polizia, pare che l’obiettivo non fosse la rapina ma l’ipotesi probabile è un’aggressione a sfondo sessuale. Difficile anche solo ricostruire quanto accaduto, perchè la gravissima dinamica dei fatti ha dell’incredibile: il giovane nordafricano ha prima cercato di bloccare una giovane ma la stessa, con una mossa di karate, è riuscita a divincolarsi dalla presa e a fuggire. Subito dopo il malvivente ha preso di mira una seconda vittima, buttandola a terra e immobilizzandola. Liberata dai passanti, subito intervenuti, il balordo ha rincorso la terza donna, che stava tornando a casa piombandole addosso e bloccandole gambe e braccia. Anche in questo caso l’intervento dei cittadini è risultato provvidenziale. "Venivo dal centro e nell’incrocio tra Vittorio Emanuele e via Cavour ho visto una ragazza a terra, con addosso questo ragazzo di origini magrebine – racconta l’ultima delle tre vittime, Claudia Ferrari, traumatizzata e in lacrime –. Subito ho pensato che fosse svenuto, poi ho sentito la ragazza che gridava: ’non lo conosco, non lo conosco’. Dei passanti si sono avvicinati e l’hanno liberata e lui si è sdraiato a croce in mezzo all’incrocio, come se fosse morto. Io nel frattempo ho attraversato la strada e mi sono girata per capire cosa fosse successo: in quell’istante si è alzato, mi ha guardato e ho capito che sarebbe venuto verso di me. Lui ha iniziato a correre e anche io, più forte che potevo e gridando aiuto. Mi ha raggiunto, mi ha fatto lo sgambetto. Sono volata a terra e lui mi ha ’placcato’ alle spalle, mi bloccava le braccia e le gambe con le sue. La gente è arrivata, mi ha liberata e dopo mi sono alzata".