JACOPO CAVALLINI
Cronaca

Un piano contro la violenza in corsia. Sanitari aggrediti, oltre 140 casi

Il punto in prefettura. La maggioranza delle vittime sono infermieri. Ecco la mappa dei luoghi a rischio

Un piano contro la violenza in corsia. Sanitari aggrediti, oltre 140 casi

Un piano contro la violenza in corsia. Sanitari aggrediti, oltre 140 casi

Un piano di prevenzione, gestione e monitoraggio degli eventi aggressivi a danno degli operatori sanitari. È quello a cui ha lavorato l’Ausl assieme alla prefettura con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, per contrastare e limitare il fenomeno delle violenze, sia verbali che fisiche, al personale sanitario presente sul territorio. I numeri, infatti, sono preoccupanti: in regione nel 2023 sono stati registrati 2.401 episodi violenti, di cui 142 solo a Ferrara, che tra le province è in ogni caso una tra quelle con il numero più basso. Degli episodi riscontrati sul nostro territorio 86 sono avvenuti in strutture dell’azienda Usl e 56 in azienda ospedaliero universitaria. Entrando ancora più nel dettaglio, 122 fatti hanno riguardato gli infermieri, 15 i medici, il resto altri operatori. Dodici le aggressioni solo fisiche, altre quaranta quelle sia fisiche sia verbali e che hanno comportato anche danneggiamenti a cose (nessuna con esito ‘severo’). Il trend risulta altalenante: gli episodi aggressivi sono stati 98 nel 2019 e 72 nel 2022. L’aumento più spiccato è nelle aggressioni verbali (127 nel 2023) e questo dimostra anche una maggiore sensibilità e attitudine a denunciare da parte degli operatori, grazie alla sensibilizzazione messa in atto dalla direzione. Il 65% delle aggressioni ha riguardato operatrici di sesso femminile, evidenziando anche un problema legato al genere. I servizi più colpiti sono il pronto soccorso, il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, le Medicine interne, le strutture ambulatoriali e, in particolare, quelle legate a Serd e Salute mentale. Tra i fattori di rischio sono stati elencati l’aumento di pazienti con disturbi psichiatrici e comportamentali, l’utilizzo di droghe e alcol, i fattori strutturali come la scarsa illuminazione dei luoghi e gli accessi non regolamentati, l’attesa e la limitato numero di operatori presenti e loro limitata preparazione a riconoscere i comportamenti aggressivi.

Il piano prevede una mappatura completa della rete ospedaliera, oltre a interventi mirati per abbassare sempre più il rischio di aggressioni. Gli obiettivi del piano sono sensibilizzare il personale a denunciare gli episodi accaduti, una raccolta e approfondita analisi delle segnalazioni e, appunto, la mappatura delle aree rischio. Tale attività non riguarderà solo gli ospedali ma anche le Case di Comunità e le strutture territoriali, che si stanno arricchendo di sempre maggiori servizi (come ad esempio i Cau). Verranno inoltre attivate misure strutturali e organizzative, specie nelle aree a rischio, per prevenire il fenomeno. Ci sarà infine un supporto psicologico per gli operatori vittime di episodi aggressivi. Alla presentazione del progetto era presente pure l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini. "Fa piacere che una zona un po’ più tranquilla delle altre come Ferrara abbia predisposto un piano così completo nelle azioni a supporto della sicurezza degli operatori – ha dichiarato –. Questo significa che il fenomeno è molto attenzionato: la maggioranza delle aggressioni per fortuna è verbale, ma siamo costretti a registrarne anche di fisiche, sia di pazienti sia di persone accompagnatrici. La cosa che preoccupa, come già detto, è che il personale femminile sia il più colpito: il piano non trascura la repressione ma si colloca dentro un progetto generale di attenzione e potenziamento di tutte quelle azioni necessarie a mitigare il fenomeno. Ciò che trovo incomprensibile – ha concluso – è che il personale sanitario sia costretto a subire violenza quando in realtà si trova sul luogo di lavoro per prestare aiuto e soccorso". Tra gli interventi previsti, pure l’aumento dell’illuminazione nelle aree di parcheggio, l’installazione di telecamere interne ai reparti e di videocitofoni.