‘Un segno di vita’ lungo l’argine del fiume. Nel singolo di Brondi c’è un po’ di Ferrara

Alcune scene sono state realizzate a Palazzo Schifanoia, nella biblioteca Ariostea e nei paesaggi con la caratteristica nebbia .

‘Un segno di vita’ lungo l’argine del fiume. Nel singolo di Brondi c’è un po’ di Ferrara

‘Un segno di vita’ lungo l’argine del fiume. Nel singolo di Brondi c’è un po’ di Ferrara

C’è anche Ferrara nel nuovo singolo di Vasco Brondi. Nel videoclip della canzone ‘Un segno di vita’, pubblicato nei giorni scorsi, ci sono alcune scene realizzate a Palazzo Schifanoia, alla Biblioteca Ariostea e tra la caratteristica nebbia sull’argine del Po.

"Grazie a Vasco Brondi per aver scelto di rappresentare alcune parti del suo ultimo video a Ferrara, con due elementi simbolo della sua e della nostra città: la biblioteca Ariostea e palazzo Schifanoia. In questi tempi, non troppo luminosi, diffondere poesia è un’opera indispensabile", così l’assessore alla Cultura, Marco Gulinelli. "Un segno di vita – racconta il cantautore ferrarese – è una preghiera rumorosa dedicata a questo presente complesso. Abbiamo voluto ambientare il video in un futuro inverosimile, ma abbastanza probabile, dove non sembrano essere rimasti esseri umani ma solo i segni che hanno lasciato, grandi dighe, libri antichi, case abbandonate ricoperte dall’edera e alberi. Sono contento che una parte sia stata girata a Ferrara in luoghi per me importanti come l’argine del Po, la biblioteca Ariostea e Palazzo Schifanoia". La protagonista del videoclip musicale (Jessie Yu) si ritrova dapprima a tu per tu con gli sguardi della moltitudine di personaggi che affollano gli affreschi di Palazzo Schifanoia, per poi passare tra i volumi custoditi all’Ariostea. "L’Ariostea è il mio posto del cuore, è realmente una seconda casa – racconta Vasco Brondi –. Ricordo la prima volta che ci hanno portato, ero alle scuole medie, e da allora l’ho frequentata quasi quotidianamente, è il posto dove da ragazzino ho imparato a scrivere leggendo e ho scoperto la letteratura italiana e quella americana prendendo in prestito otto libri al mese che era il massimo consentito e che, anche grazie al lungo inverno ferrarese, divoravo con ritmi che non sono mai più riuscito a tenere. Anche ora ci vado ogni volta che torno a Ferrara ed è il mio posto di riferimento per ogni ricerca, anche grazie al supporto di Ombretta Pasetti e degli altri bibliotecari". La ricerca continua per il cantautore ferrarese anche durante le tournée. "Negli ultimi 15 anni di concerti ho girato tutta Italia, in ogni posto cerco sempre le biblioteche e devo dire che non ho trovato da nessuna parte un luogo del genere, forse è una ricchezza che abbiamo a Ferrara di cui non ci rendiamo conto del tutto", dice Brondi. "Così come Palazzo Schifanoia e la sua storia incredibile. Nel video ci siamo immaginati che, in caso di estinzione della specie umana, almeno resterebbero delle belle rovine, dei posti meravigliosi come il Salone dei Mesi". Nel videoclip compare un altro dei luoghi preferiti di Vasco Brondi, l’argine del Po. "Ci vado da quando ho avuto il primo motorino a quattordici anni, un Ciao sgangherato. Sul fiume andavo a fare canottaggio alla Canottieri di Pontelagoscuro". Il video, scritto e diretto da Davide Perego, da un’idea di Carlotta Centonze, che in poche ore ha totalizzato 13mila visualizzazioni, anticipa e dà il titolo al nuovo progetto discografico di Vasco Brondi (in uscita a marzo per Carosello Records) e al tour di dodici date che partirà in aprile. Si tratta di un ritorno molto atteso, a distanza di tre anni da ‘Paesaggio dopo la battaglia’, il primo album che Vasco Brondi ha pubblicato a suo nome, dopo la conclusione del progetto Le luci della centrale elettrica.