Uniti dal clima folle. La lezione del Belgio: "Lotta al cuneo salino, tecniche da esportare"

Delegazione della Provincia e del Consorzio bonifica in trasferta. Confronto con altri paesi europei per realizzare strategie comuni. "Il cambiamento del tempo e i danni che provoca ci riguardano tutti".

Uniti dal clima folle. La lezione del Belgio: "Lotta al cuneo salino, tecniche da esportare"

Uniti dal clima folle. La lezione del Belgio: "Lotta al cuneo salino, tecniche da esportare"

Sullo sfondo un mulino, è bianco, come quello della pubblicità. Piove, l’aria gelida spazza una campagna che sembra così simile alla nostra nel reticolo verde di campi e canali. "Piove a dirotto", dice Stefano Calderoni presidente del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara. Al suo fianco, stretto in un giubbotto chiaro imbottito, Gianni Michele Padovani, presidente della Provincia. Da noi ieri c’era il sole. In Belgio – il progetto si chiama Climapolder – la nostra delegazione incrociava le dita per il miracolo di uno squarcio di sereno, miracolo che non c’è stato. Obiettivo della tre giorni, confrontarsi con altri paesi dell’Europa per capire come fare a combattere il clima folle, quantomeno a dare una risposta. A cominciare – è una maledizione che unisce latitudini e Stati – dal cuneo salino, la risalita del mare che arriva ad infiltrarsi, avanza, brucia le colture. Come è successo qui, nella pianura padana, soprattutto nel 2022 sotto il maglio del sole e di una siccità che, nelle crepe del terreno, aveva fatto segnare un amaro record.

Dice Calderoni, in pullman tra uno spostamento e l’altro: "Ci sono tanti paesi, inglesi, belgi, olandesi. Solo per citarne alcuni. Stiamo studiando insieme strategie, strategie comuni, per riuscire a dare una risposta ai cambiamenti climatici". Primo capitolo, il cuneo salino appunto. "E’ fondamentale un sistema di monitoraggio per avere dati, per capire bene le dimensioni del fenomeno. Solo da dati precisi può maturare una risposta adeguata, un sistema che possa affrontare le sfide che il futuro ci pone davanti. I cambiamenti climatici e i danni che provocano ovunque sono un fattore che unisce paesi, governi". Sul tavolo lo studio e la realizzazione di barriere antisale, un sistema di lotta al cuneo tramite ’infiltrazioni’ di acqua dolce. "Le barriere antisale sono ormai una realtà", riprende il presidente del Consorzio di Bonifica Pianura. L’altra grande sfida – il secondo capitolo, assai legato – l’innalzamento del mare. "Ormai si tratta di un’emergenza – riprende –, l’innalzamento rappresenta un rischio per tutto il sistema idraulico, per le opere che l’uomo ha creato ed innalzato a difesa. Si pensi che noi abbiamo a che fare con maree di un metro, in Belgio si misurano con sbalzi del mare anche di cinque metri. Dobbiamo cominciare a pensare, a capire come si sono difesi in tutti questi anni". "Trovare punti d’incontro, una strategia comune su una serie di progetti. La lotta al clima non è una questione nazionale ma europea, non ha confini", ha sottolineato Gianni Padovani.

Nella squadra il tecnico Domenico Casellato, Martina Berneschi e Laura Montanari. Il progetto è in fase di elaborazione da parte della Provincia delle Fiandre con le agenzie di gestione dei polder (gli equivalenti dei Consorzi di bonifica), Provincia e Consorzio ferraresi. Obiettivo, analizzare i problemi dei territori sotto il livello del mare, specie quelli prodotti dal cambiamento climatico: cuneo salino, drenaggio delle acque, colture agricole. Ultima tappa, oggi, la visita a un bacino idrico a Bruges. Poi si torna a casa, addio alla pioggia con la speranza di trovare – così dicono le previsioni – ancora il sereno sulla pianura, quella padana.