Via Favero, scoppia il caso: "Savini, uscita irrituale"

I legali dell’azienda e il capogruppo Dem Colaiacovo sulle barricate: "Scorrettezza"

Via Favero, scoppia il caso: "Savini, uscita irrituale"

Via Favero, scoppia il caso: "Savini, uscita irrituale"

I legali dell’azienda La Nuova residenza si riservano di agire legalmente contro la consigliera Francesca Savini, presidente della Commissione d’indagine su via Favero. è quanto fanno sapere i legati dell’srl, Cristina Carpani e Roberto Anselmi. Tutto nasce a seguito della pubblicazione dell’intervento di Savini nel quale traccia un primo bilancio delle attività dell’organo consiliare istituito ad hoc per fare luce sull’intricata vicenda di via Favero. "Le dichiarazioni rese a mezzo stampa della presidente – così i legali – intervengono a lavori della Commissione d’indagine ancora in corso, divulgando irritualmente lo stato dei lavori stessi. Ciò è fatto palese dalla seguente dichiarazione "allo stato attuale posso affermare che abbiamo riscontrato effettivamente carenze documentali, autorizzazioni rilasciate sulla base di atti allegati non corrispondenti al tema in oggetto e anche presentazione di documentazione fuori dai termini temporali prefissati"". Dichiarazione che, secondo Anselmi e Carpani, " lascia intravedere, fin da ora, il contenuto della relazione finale che verrà portata all’attenzione del Consiglio comunale". "Ci si domanda – proseguno i legali nella nota – se l’impropria iniziativa sia stata condivisa con gli altri componenti della Commissione d’indagine o se sia del tutto autonoma della Sua presidente, rappresentando in entrambi i casi un’ iniziativa connotata da profili di estrema gravità, atteso che gli atti della Commissione sono stati dichiarati dalla stessa presidente non divulgabili, al punto che ad oggi non sono stati messi a conoscenza de "La Nuova Residenza Srl", nonostante ripetute formali richieste in tal senso". Ed è anche per questo che i legali – in nome dell’azienda – si riservano "ogni possibile azione giudiziaria a tutela dei propri diritti". Parallelamente, la vicenda assume anche una connotazione politica con il capogruppo dem, Francesco Colaiacovo che interviene in modo estremamente critico. "Sulla costituzione della commissione – così Colaiacovo – abbiamo espresso le nostre perplessità sia per gli elementi di illegittimità contenuti nella delibera sia per l’inutilità dello strumento, voluto soltanto a fini elettoralistici. A tutt’oggi in commissione sono stati ascoltati dei giuristi ma la presidente non ha ancora convocato tecnici del settore urbanistica, gli unici che si sono pronunciati per ben tre volte, l’ultima il 15 novembre 2023, rispondendo con un diniego alla richiesta dei cittadini di annullamento in autotutela della delibera di Consiglio che ha modificato gli strumenti urbanistici sull’area di via Favero. Sono state svolte otto sedute a porte chiuse senza alcuna ragione oggettiva, in spregio al dovere di trasparenza nei confronti dei cittadini, di una commissione voluta dalla maggioranza mentre contestualmente l’amministrazione rigettava le istanze dei residenti, senza che la commissione abbia mai potuto ascoltare le ragioni di tali dinieghi". "Savini, che pur di avere la presidenza della commissione ha accettato di essere eletta non con il voto dell’aula consiliare ma con una modalità che riteniamo illegittima – chiude Colaicovo – improvvidamente dichiara la conclusione dei lavori quando in realtà se sono emerse lacunosità nelle ricostruzioni consequenziali delle variazioni urbanistiche, non è stato approfondito nulla circa gli strumenti urbanistici attuati nel tempo, la loro efficacia, la capacità di costituire diritti, le ragioni dei dinieghi dell’amministrazione rispetto alle istanze dei cittadini, in conclusione non si comprende in che modo la Savini intende rispondere alle legittime aspettative dei residenti".

f. d. b.