Viola il divieto di avvicinamento : "Non se ne era reso conto". Assolto

Per l’uomo, indagato per stalking nei confronti di una donna, era stato disposto il braccialetto elettronico. Il dispositivo aveva segnalato ai carabinieri l’irregolarità, venne arrestato in flagranza mentre era al bar.

Viola il divieto di avvicinamento : "Non se ne era reso conto". Assolto

Viola il divieto di avvicinamento : "Non se ne era reso conto". Assolto

Non poteva avvicinarsi a una donna a causa di un provvedimento emesso dal giudice nell’ambito di un procedimento per stalking. Oltre alla misura, per lui era stato disposto anche il braccialetto elettronico. Una restrizione che però ha violato a fine marzo, quando si è fermato a prendere un caffè in un bar del paese nel quale vive. Peccato che – questa la versione difensiva – non si fosse reso conto di essere entrato nel raggio di 500 metri dal luogo in cui si trovava la donna. L’uomo era inoltre convinto che il braccialetto avrebbe suonato nel caso in cui avesse superato la distanza consentita. Ma così non era. O meglio, il braccialetto si attiva, ma soltanto allertando le forze dell’ordine. Ed è così che il 25 marzo, mentre prendeva quel caffè al bar, si è visto arrivare i carabinieri che lo hanno arrestato in flagranza per la violazione dell’ordinanza emessa a inizio febbraio dal gip.

Il giorno successivo l’arresto è stato convalidato e l’uomo ha scelto di essere processato con rito abbreviato. Il caso è stato discusso ieri. La procura ha chiesto la condanna mentre la difesa ha spiegato che, dal punto di vista del dolo, l’imputato era in buona fede, non sapendo di trovarsi vicino alla persona offesa. Sentite le parti, il giudice ha assolto l’uomo perché il fatto non costituisce reato. "Il processo era partito in salita con l’arresto in flagranza di reato, ma il teorema accusatorio è crollato all’esito del rito abbreviato che si è concluso con l’assoluzione – hanno commentato i difensori dell’uomo, gli avvocati Roberta Del Monaco e Alessandra Alberti –. Siamo soddisfatti dell’esito del processo".

A carico dell’imputato, si diceva, è in piedi anche un procedimento per stalking ai danni di una conoscente della quale si era invaghito. Secondo l’impianto accusatorio, si sarebbe reso responsabile di una serie di molestie e atti persecutori, consistiti in una valanga di messaggi con proposte a sfondo sentimentale o sessuale. Un comportamento ritenuto ossessivo da parte degli inquirenti e finalizzato a incontrare la persona offesa. Condotte che le avevano creato uno stato d’ansia e inquietudine tale da spingerla anche a interrompere l’utilizzo dei social network.

f. m.