ALBERTO LAZZARINI
Cronaca

Zaina (Confindustria Emilia): "Ferrara porti qui più aziende. E la politica ascolti le imprese"

Il vicepresidente degli industriali emiliani: "Evitiamo la fuga dei giovani verso la via Emilia. Ma sono fiducioso: gli italiani hanno una grande capacità di stare sul pezzo e riconvertirsi".

Zaina (Confindustria Emilia): "Ferrara porti qui più aziende. E la politica ascolti le imprese"

Zaina (Confindustria Emilia): "Ferrara porti qui più aziende. E la politica ascolti le imprese"

E’ difficile negare che molte cose passino per il mondo della produzione, a cominciare dal benessere, che a sua volta origina il welfare. Non solo: questo settore economico è particolarmente attento agli scenari in movimento, di casa nostra come dell’orizzonte internazionale. Ne abbiamo parlato con Gian Luigi Zaina, ingegnere, vice presidente di Confindustria Emilia e titolare dell’azienda ’Della Rovere’ di Longastrino.

La velocità del mondo globale è impressionante. Come facciamo a stare al passo?

"Dobbiamo vincere le sfide sul tappeto: sviluppo economico, digitalizzazione, sostenibilità, con il territorio tutto insieme e capace di vivere la nuova frontiera fatta appunto di digitalizzazione e di economia circolare. Certo, la base produttiva è sempre costituita da meccanica, agroindustria, chimica. Dico subito che sono fiducioso perché gli italiani hanno una grande capacità di stare sul pezzo e riconvertirsi".

C’è un indicatore economico che vi preoccupa: l’andamento degli investimenti.

"E’ vero. Da aprile si è verificato un significativo calo, in parte fisiologico a seguito del depotenziamento delle agevolazioni 4-0 (e poi veniamo da tre anni di crescita post covid), in parte dovuto al rallentamento internazionale e, ancora, all’aumento del costo del denaro".

Ma all’orizzonte ci sono interessanti opportunità…

"Sì, sei miliardi saranno disponibili, grazie al PNRR, per un’industria 5.0, cioè caratterizzata da digitalizzazione più sostenibilità, possibile grazie a incentivi per una produzione effettuata con minori emissioni di CO2". Quindi più l’impresa è grande meglio è…

"E’ vero che una dimensione elevata consente cose diverse ma per i più piccoli la rete, con le sue interconnessioni, gioca un ruolo fondamentale soprattutto nella nostra regione dove operano 20 splendide filiere".

L’internazionalizzazione, intanto, permane un fattore decisivo per le imprese…

"Certamente, ma la sfida è diventata ancora più difficile. Gli attori sono cresciuti. Il mondo evolve: nascono nuovi player come India e Nigeria. La Cina consuma il 40% del lusso".

Perché è così importante la formazione?

"Perché è decisiva. Oggi il problema si è acuito, soprattutto in Emilia-Romagna: nascono pochi bambini e aumenta la dispersione scolastica che fra i figli di immigrati raggiunge addirittura il 40%. Bisogna far leva sulle famiglie iniziando una vera campagna di informazione e incentivazione. Nelle scuole, poi, occorrerebbe portare tecnici esperti di particolari settori".

Ferrara, siamo sempre il fanalino di coda…

"Partiamo da una posizione di debolezza ma io sono ottimista. Dobbiamo essere più attrattivi, portare qui più aziende; ne beneficerà anche il commercio. Non si vive solo di turismo. Nel contempo dobbiamo evitare la fuga dei giovani verso la via Emilia. Occorre recuperare aree inutilizzate per risparmiare suolo; ne trarrebbe beneficio anzitutto l’edilizia che a breve soffrirà per la fine del 110%".

Cosa chiedete alla politica?

"Di ascoltare la voce di chi produce, anche per garantire la necessaria velocità di operare, che altri hanno già".