REDAZIONE FORLÌ

"Pos obbligatorio, quanti oneri in più per noi piccoli negozianti"

Da ieri va accettato anche per pagamenti minimi. "Siamo pronti, principio giusto ma ci penalizza"

di Sofia Nardi

Non solo è obbligatorio averlo, ma anche accettare tutti i pagamenti richiesti dai clienti: l’utilizzo del pos, da ieri, è entrato a pieno titolo tra i doveri di tutte le categorie di esercizi commerciali, pena il pagamento di importanti sanzioni. Ma, di fatto, i commercianti sono pronti? "Noi utilizziamo il pos da molti anni, si può dire da sempre – spiega Francesca Monti del forno ‘La ca de pan’ in via Ca’ Rossa –. Certo, qui gli importi medi non sono alti e non sono in molti a chiedere di utilizzarlo: in diversi preferiscono ancora l’uso dei contanti. Da parte nostra, però, c’è piena disponibilità per ogni tipo di spesa. L’obbligatorietà? Diciamo che, tutto sommato, sono d’accordo".

Spostandoci dall’altro lato della strada c’è la macelleria ‘Marco & Vito’: "Abbiamo il pos da ormai vent’anni, per noi non è certo una novità – commenta Gianmarco Flamigni –. I clienti lo usano molto, anche per il pagamento di piccole cifre. L’idea che, da oggi, sia obbligatorio utilizzarlo, però, non mi piace troppo: l’uso dovrebbe essere libero, considerando che per gli esercenti ci sono delle spese anche importanti. Dovrebbe stare a chi ha un’attività la scelta di fornire o meno questo servizio al cliente, consapevoli del fatto che, ormai, sono in molti a preferire il pagamento con la carta e che, quindi, farne a meno potrebbe essere penalizzante".

I negozi di abbigliamento, non c’è bisogno di sottolinearlo, sono ormai avvezzi al pos da molti anni: "Da noi è l’accessorio più usato dopo le grucce per appendere gli abiti – scherza Filippo Giglioli di Better, in via delle Torri –. Per chi fa il nostro mestiere avere il pos è imprescindibile, anzi: ormai è un vero problema quando ci sono guasti alla linea e si è costretti a chiedere il contante, perché molti ormai escono di casa con il portafoglio vuoto e sono abituati a pagare con la carta anche il caffè. In linea di massima sono d’accordo con l’obbligatorietà che viene imposta ora, ma lo sarei ancora di più se per gli esercenti non ci fossero spese così importanti da sostenere: per certi tipi di attività possono essere molto penalizzanti".

In questa categoria rientrano le tabaccherie, e lo spiega Monica Rusticali della tabaccheria Benini di piazza Saffi: "I prodotti di monopolio che trattiamo hanno agi molto bassi e, se vengono pagati con il pos, noi non abbiamo alcun guadagno. So che la federazione dei tabaccai sta portando avanti un discorso con il governo proprio per escludere dall’obbligatorietà questo tipo di beni e penso che sia la cosa più ragionevole da fare. Se non ci fossero commissioni io sarei ben contenta di rinunciare del tutto al contante, ma non si può chiedere agli esercenti della nostra categoria di lavorare a guadagno zero, o addirittura in perdita".

Christian Palazzi, del bar pasticceria Lovo in piazza Saffi, è ormai abituato a chi paga con la carta anche le spese più minute: "C’è chi ha tirato fuori la carta per pagare un bicchiere d’acqua. Io ho sempre avuto il pos, ma vedo che oggi l’utilizzo è cresciuto esponenzialmente, soprattutto da parte dei giovani: sono in molti a non avere nemmeno un euro in tasca, al punto che, se ci sono problemi di linea, non sanno come pagare la consumazione. Penso che l’obbligatorietà di utilizzo per gli esercenti sia giusta, peccato, però, per le spese che dobbiamo sostenere di tasca nostra".