
Sopralluogo Arpae
Imola, 3 aprile 2025 – L'acqua del fiume Santerno non è stata contaminata dai rifiuti della discarica di Palazzuolo sul Senio. Questa è la buona notizia che arriva con i risultati delle analisi effettuate da Arpae sul campione di acqua prelevato il 28 marzo proprio nel fiume, vicino alla località Valsalva nel comune di Castel del Rio. I valori, infatti, sono in linea con i dati storici di qualità delle acque relativi alle stazioni della rete di monitoraggio situate lungo l’asta del corso d’acqua.
Il parametro che è indice della torbidità dell’acqua è risultato coerente con la condizione di piovosità dei giorni precedenti mentre tutti i parametri correlabili a inquinamento antropico (ad esempio idrocarburi policiclici aromatici, composti organoalogenati e metalli pesanti) sono al di sotto dei limiti di quantificazione.

Sono state escluse, quindi, le variazioni della qualità delle acque del Santerno dopo all’emergenza causata dalla frana che ha toccato una discarica di rifiuti a Palazzuolo sul Senio (a Firenze), con sversamento nel rio Rovigo.
L’Arpae Emilia-Romagna, ha anche effettuato un’ispezione della zona con i droni, per poter avere una visione completa della situazione e calcolare i volumi dei rifiuti interessati dalla frana. Sotto esame dalla diga di Codrignano (Borgo Tossignano) risalendo il corso d’acqua fino alla cascata di Moraduccio (Castel del Rio), al confine con la regione Toscana, utilizzando un drone con camera Rgb e termocamera.
I tecnici hanno così acquisito immagini fotografiche in 8 punti lungo l’asta del Santerno. I rilievi confermano quanto verificato nel corso del sopralluogo del 28 marzo, con una sostanziale assenza di rifiuti sulle sponde.

Vicino alla frana che ha interessato la vecchia discarica in località Le Spiagge, sono stati poi eseguiti il rilievo lidar e fotogrammetrico di 6 ettari dell’intero corpo di frana della discarica e relativi interventi di consolidamento, oltre che le foto sferiche lungo il pendio di frana e le riprese sequenziali dal piede di frana sul rio Rovigo per un tratto di 800 metro di alveo fino alla zona Molino di Diacci.
Terminati i sopralluoghi i dati saranno elaborati da Arpat e Arpae Emilia-Romagna per stimare il volume di rifiuti e identificare i punti maggiormente colpiti. I dati saranno utili anche a verificare il contenimento del sistema tramite reti installate lungo i corsi d’acqua.