Cavim verso l’asta. Tracciato il percorso

I consulenti della società hanno verificato e ridotto il numero dei soci: sono 168. Il 26 febbraio la gara per la vendita: in pole c’è la Casa vinicola Poletti .

Cavim verso l’asta. Tracciato il percorso

Cavim verso l’asta. Tracciato il percorso

di Enrico Agnessi

La vendita dell’azienda attraverso l’asta pubblica del 26 febbraio, il pagamento dei creditori e infine l’eventuale azione di responsabilità (ci sono cinque anni di tempo per intraprenderla) nei confronti della vecchia dirigenza. Queste le tappe che segneranno il futuro della Cavim. A indicarle, ripercorrendo quanto accaduto nell’ultimo turbolento anno della realtà di Sasso Morelli, entrata a marzo 2023 in una procedura di composizione negoziata della crisi dopo un periodo di difficoltà crescenti e forti contrasti interni, sono stati ieri i consulenti della cooperativa il cui numero di soci è sceso oggi, anche grazie a un grosso lavoro di scrematura degli archivi ("C’erano nominativi inesistenti o di persone ormai defunte"), a 168.

"Siamo stati chiamati dal Consiglio di amministrazione della Cavim per trovare una soluzione ai problemi di natura finanziaria", ricorda Franco Cornacchia. Queste, secondo i consulenti, le principali criticità dell’azienda: uno stabilimento sottoutilizzato; una minusvalenza da 2,8 milioni dovuta a una sopravvalutazione delle rimanenze di magazzino; la sparizione di un milione di euro di vino oggetto nel 2022 di una querela contro ignoti; sopravvenienze passive per una remunerazione postuma dei conferimenti delle uve 2021 pari a 500mila euro.

Su queste basi, è partita la procedura di composizione della crisi che aveva come linea guida la continuità indiretta dell’azienda e sei mesi di tempo (prorogabili) per trovare un potenziale acquirente per la Cavim e un accordo con i suoi creditori. Delle tre manifestazioni interesse, alla fine è rimasta sul tavolo solo quella della casa vinicola Poletti, che dopo l’avvenuta conclusione del contratto di affitto è oggi in pole position per acquistare l’azienda.

Tornando invece alla cronistoria, è dello scorso settembre l’incontro nel quale a soci, banche e fornitori è stato illustrato il piano ristrutturazione in continuità aziendale e il grado di soddisfacimento dei creditori: secondo quanto ricostruito da Cornacchia, il 100% di quelli privilegiati e circa il 40% di quelli chirografari (tra cui i soci della cooperativa).

Tutto passa però dalla gara del 26 febbraio. Due i lotti all’asta. Il primo, per il quale si parte da 3,8 milioni. Nel caso in cui non pervengano offerte regolari ritenute valide per l’intero complesso aziendale di Cavim, saranno accettate istanze per il ‘lotto bis’, il cui prezzo base d’asta è pari invece a 2,8 milioni (vale a dire l’offerta avanzata nei mesi scorsi da Casa Vinicola Poletti, alla quale riconosciuto un diritto di prelazione sul maggior prezzo raggiunto in sede di gara).

Nell’avviso di vendita si precisa che "sono espressamente esclusi dal compendio aziendale oggetto del procedimento competitivo tutti i crediti e debiti, che resteranno a carico di Cavim, salvo l’accollo trattamento di fine rapporto e delle retribuzioni arretrate ed accessorie del personale dipendente (11 unità, ndr), che potranno essere posti a carico dell’aggiudicatario con modalità liberatorie per Cavim".

Al momento, al di là di quella della Casa vinicola Poletti, non risultano ulteriori manifestazioni di interesse per la Cavim. "A fine febbraio contiamo di arrivare a un accordo definitivo con creditori – conclude Cornacchia –. Se entro la data di scadenza della procedura di composizione negoziata della crisi, il 25 marzo, lo avremo trovato, ci sarà la chiusura. Qualora non ci si arrivasse, verrà preso in considerazione un concordato semplificato".