Marco
Signorini
Un’unità d’intenti che i cittadini chiedono anche alla politica. Risale infatti solo all’altro giorno la polemica legata al mancato allargamento delle aree alluvionate nel decreto votato in Senato. Un diniego – è bene precisarlo – che non impedisce di chiedere i risarcimenti per i danni provocati dall’alluvione ma che, almeno per il momento, non consente alle famiglie di poter usufruire di alcune misure emergenziali come la sospensione del versamento dei tributi e del pagamento delle bollette. Il centrodestra sostiene che a ’sbagliare’ sono stati gli enti locali, il centrosinistra invece ribadisce che la responsabilità è tutta di chi governa il Paese. Un clima di contrapposizione che non fa bene a nessuno, soprattutto ai cittadini rimasti danneggiati.
La speranza è che questo sia stato un ’incidente di percorso’ che potrà essere sanato in tempi brevi dal commissario Figliuolo. Se invece lo scontro dovesse proseguire anche nei prossimi mesi – per calcoli politici fatti da una o dall’altra parte – la sensazione è che da parte dei cittadini (di qualsiasi fede politica siano) arriverà una sonora bocciatura dell’intera classe dirigente. Comuni e Regione facciano un elenco chiaro e completo di danni e opere necessarie alla ricostruzione, il Governo verifichi in tempi rapidi e finanzi con i fatti la ricostruzione. La parola d’ordine deve essere una soltanto: concretezza.
La stessa concretezza che stanno dimostrando le famiglie colpite dall’alluvione e i tantissimi italiani che, nelle ore successive al disastro, hanno preso stivali e badili e sono venuti in Emilia-Romagna a dare una mano.
Insomma, la politica prenda esempio dalla folla festosa che questa sera ha scaldato il circuito imolese, per buona parte composta da giovanissimi: remiamo tutti assieme perché, ora come non mai, siamo tutti sulla stessa barca.