
Nel circondario mancano infermieri. Dalla sanità pubblica a quella privata passando per le case residenze anziani, dove il saldo negativo arriva a 40 unità e l’Ausl è stata chiamata a metterci una pezza, rischiando però – così facendo – di mandare in crisi gli ospedali di Imola e Castel San Pietro. A denunciare le carenze di organico, parlando di "vera e propria emergenza", sono Maurizio Serra (Fp Cgil), Stefano Franceschelli e Kevin Ponzuoli (Cisl Fp) e Giuseppe Rago (Uil Fpl).
In particolare,i sindacati accendono i riflettori sulla "nuova grave crisi" relativa all’istituto di Montecatone, dove giusto l’altro giorno il dg Mario Tubertini ha ricordato come il Covid abbia accentuato le uscite del personale infermieristico che si dimette per accettare posti a tempo determinato e indeterminato nelle aziende sanitarie pubbliche a fronte di offerte di lavoro migliori.
Una crisi che "non potrà essere gestita solo con l’intervento della Ausl", avvertono oggi i sindacati, ma per la quale "riteniamo si debba trovare una soluzione che permetta di garantire l’operatività dei reparti".
E va fatto in fretta, perché il tempo stringe. "Nei prossimi mesi è prevista l’uscita di un numero di unità che oscilla tra un minimo di 12 e un massimo di 19 (sui circa 300 presenti, ndr) e questo potrebbe portare alla grave ripercussione – avvertono i sindacati – della chiusura di un reparto", dei sette attuali. Proprio in questi giorni, i vertici di Montecatone hanno aperto un ulteriore avviso pubblico per la formazione di una nuova graduatoria dopo che però nel recente passato procedure analoghe sono andate pressoché deserte.
"Attraverso l’intervento dei livelli regionali delle nostre categorie, occorre arrivare in tempi particolarmente rapidi a un accordo per garantire l’assegnazione a Montecatone di personale attraverso lo scorrimento di graduatorie attive – è la soluzione indicata dalle Funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil –. Occorre uno sforzo complessivo per farsi carico di questa emergenza come di una necessità per la tutela della salute dei cittadini della regione. Si tratta di un intervento d’urgenza, ma occorre superare la logica dell’emergenza e attivare tutti i canali disponibili affinché dai corsi di laurea esca il personale necessario a garantire la piena operatività dei servizi ospedalieri e residenziali. Le aziende del sistema sanitario regionale devono farsi carico di questa responsabilità e devono assumere questa necessità come prioritaria".
I sindacati aspettano una risposta positiva in tempi brevi. "Attendiamo un riscontro celere – rimarcano le Funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil – per dare in primo luogo tranquillità e una prospettiva alla riabilitazione di alto livello e alle persone che lavorano nell’ospedale Montecatone, avendo sempre presente, però, che siamo di fronte a un problema strutturale che se non risolto renderà molto problematico in un futuro prossimo la gestione di tutti i servizi ospedalieri e residenziali".