
Il conflitto in Medio Oriente visto con gli occhi degli studenti del Malpighi Visitandine: "Ormai la situazione sta degenerando"
Ultimamente il pianeta è spettatore di moltissime guerre che coinvolgono tutti i civili e le potenze politiche e militari dei Paesi che le stanno combattendo. Ciò è distruttivo per il nostro mondo ed è difficile che gli Stati che si trovano a essere vittime dei ripetuti attacchi violenti da parte dei nemici possano riprendersi; la cosa che però riguarda tutta l’umanità, e che quindi può essere giudicata come più preoccupante, è il futuro nell’immediato di queste guerre, nate magari da fraintendimenti o scontri politici risolvibili con un incontro o un compromesso.
Tra le tante guerre che ci riguardano e forse la terra dei nostri discendenti c’è quella che si sta svolgendo in Siria. Essa vede schierate numerose fazioni, come l’ ISIL (Esercito Siriano Libero) appoggiato dalla Turchia e Fronte Islamico al-Qaida in Siria, le milizie a prevalenza curda YPG e YPJ, le milizie filo-governative e le milizie sciite provenienti da Iran, Iraq e Afghanistan.
La guerra è iniziata nel 2011 quando il leader politico della Siria era il dittatore Bashar al-Assad che adesso risiede a Mosca, dal presidente russo Putin e anch’egli, chiaramente, difende il fronte siriano. La vera guerra interna risale invece al 1947, quando nella guerra d’Indipendenza Israeliana, la Siria si ritrovò ad essere vittima di numerosi colpi di stato. A mettere fine a questa era di declino è Hafez al-Assad nel 1970, padre di Bashar al-Assad. Questo personaggio si dimostrerà molto potente e il suo regime andrà avanti fino al 2000. La prima fase della guerra civile iniziò nel 2011 quando iniziarono le cosiddette "Primavere Arabe", ovvero rivolte da parte del fronte Islamico, nel Nord Africa in Medio Oriente, nei primi anni ‘10 del Duemila. Il conflitto da quegli anni uscì molte volte dai confini dello Stato e alla fine della prima fase della guerra ( 5 marzo 2020 ) lasciò nel mondo tanta angoscia e sgomento.
Tuttavia in quell’anno Turchia e Russia riuscirono a portare a termine un accordo di cessate il fuoco che lasciava ad Assad un 63% dei territori occupati e un 11% agli Arabi. L’obiettivo della fazione islamica era quello di far cadere al-Assad dopo la precedente sconfitta. Tra il 7 e l’8 dicembre 2024 dopo ben 11 giorni di assedio. Questa operazione veramente complessa, progettata dal 27 novembre, prese il nome di "Deterrence of Aggression". La rapidità della caduta del regime dittatoriale siriano ha stupito i principali studiosi di geopolitica, poiché Assad era riuscito a conquistare Damasco e molti altri territori in poco tempo. Ormai la situazione sta degenerando.
Nadia Mischi e Stella Buriani 2MA