PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Accoglienza e integrazione. Occupazione nell’edilizia: un futuro ai richiedenti asilo

In provincia sono 500 le persone che hanno chiesto protezione internazionale, quasi tutti uomini "Quelli che hanno un minimo di conoscenza dell’italiano, potranno imparare un mestiere" .

Accoglienza e integrazione. Occupazione nell’edilizia: un futuro ai richiedenti asilo

Accoglienza e integrazione. Occupazione nell’edilizia: un futuro ai richiedenti asilo

Una opportunità per assumere i richiedenti asilo nell’edilizia, così da aiutare un settore a cui servono lavoratori e dare una possibilità di futuro a chi arriva in Italia. È il protocollo firmato ieri in prefettura con l’Ance, i sindacati, la Regione e il comitato paritetico per la formazione e la sicurezza in edilizia. In provincia, le persone che hanno chiesto protezione internazionale sono 500, quasi tutti uomini. Tra di loro sarà selezionato chi, avendo un minimo di conoscenza dell’italiano, potrà imparare un mestiere.

"Mi è stato chiesto tempo fa un protocollo per trovare lavoratori da inserire nell’edilizia – ha spiegato il prefetto Isabella Fusiello – poiché la ricostruzione post sisma ha bisogno di manovalanza. E dall’altro lato, c’è l’esigenza di impiegare gli stranieri presenti in Italia per inserirli in un contesto lavorativo e formativo. Questi principi sono già nella convenzione sui migranti, che impegna l’Italia a promuovere la parità di opportunità e trattamento per i lavoratori migranti". Sul tema a maggio 2022 il ministro dell’Interno ha firmato un protocollo, riportato in quello della prefettura. "C’è stato chiesto, oltre che dai sindacati, anche dalla Caritas, dalla Curia e dalle associazioni che gestiscono i migranti - ha aggiunto Isabella Fusiello -. La richiesta di protezione internazionale è una procedura che può durare anni. Nel frattempo queste persone sono a carico delle associazioni e dello Stato. Il protocollo può aiutare le aziende italiane del settore edile, e dare dignità a chi è in attesa di qualcosa, togliendo anche dalle strade chi, in mancanza di denaro, potrebbe essere coinvolto nelle attività criminali".

Parte in causa è la Regione, come ha confermato la responsabile del centro dell’impiego di Macerata, Teresa Lambertucci, delegata dalla responsabile regionale Roberta Maestri. "Il settore delle costruzioni ha bisogno di manodopera e questo strumento è funzionale – ha confermato il presidente di Ance, l’architetto Enrico Crucianelli -. Con orgoglio voglio ricordare che il settore è da sempre un po’ ammortizzatore sociale, in particolare le imprese Ance più strutturate e storicizzate: tra le nostre maestranze ci sono molte famiglie arrivate in situazioni precarie che qui si sono stabilizzate".

La formazione sarà affidata al Cpt, con la scuola edile, come ha spiegato il presidente Luca Petteruti. "La formazione è vitale non solo per le figure professionali: è anche il primo approccio per essere cittadini. Due aspetti infatti sono fondamentali per il Cpt, la sicurezza e la legalità: saranno formati non solo come operai, ma come lavoratori e cittadini italiani. Ora il protocollo ci dà una marcia in più per portare avanti i nostri obiettivi primari". "Abbiamo parlato di come rendere operativo il protocollo – ha aggiunto - Filomena Palumbo di Feneal Uil -. Il tema dell’immigrazione tocca tutti, perché dare dignità e lavoro ai migranti significa anche dare sicurezza al popolo italiano". Ha sottolineato l’importanza dell’integrazione Matteo Ferretti di Fillea Cgil, oltre alla necessità "di liberare spazi nei centri di accoglienza, dove queste persone sono a carico dello Stato. Daremo gli elementi perché possano lavorare nel cantiere in sicurezza, e con una formazione, un reddito e una sicurezza queste persone potranno costruirsi davvero una vita qui". "Il protocollo è già attuabile, non è solo scritto sulla carta" ha concluso Giuseppe Quindi Filca Cisl, insistendo sulla valenza sociale e culturale di questo progetto.