"Acqua, siamo con un piede nel precipizio"

Angelo Sciapichetti, segretario provinciale del Pd, chiede una rapida soluzione per evitare la privatizzazione del servizio idrico integrato. Propone una soluzione condivisa tra sindaci e tecnici, per evitare l'aumento delle tariffe dell'acqua.

"A 180 giorni dalla scadenza dell’avvio delle procedure di subentro del nuovo gestore, siamo con un piede nel precipizio. Se il presidente non vuole ulteriormente perdere tempo e se vuole davvero evitare la gara, aprendo le porte alla privatizzazione del servizio, convochi urgentemente un tavolo ristretto di sindaci e tecnici in grado di proporre all’assemblea in tempi strettissimi una soluzione condivisa, perché una decisione così importante non può essere presa a maggioranza". Angelo Sciapichetti, segretario provinciale del Pd, interviene sulla gestione del servizio idrico integrato, chiedendo una rapida soluzione. "Due cose debbono essere chiare: il Pd ha il solo interesse di scongiurare che il servizio idrico vada in mano ai privati, perché l’acqua deve rimanere un bene pubblico; la seconda è che il centrodestra, che ha la guida e la maggioranza nell’assemblea dei sindaci dell’Ato 3, irresponsabilmente ci ha portato nella situazione in cui siamo, facendoci perdere i finanziamenti del Pnrr indispensabili per migliorare la nostra rete idrica". Secondo Sciapichetti il presidente dell’Ato 3, Alessandro Gentilucci, dovrebbe assumere un ruolo super partes anziché alimentare divisioni, impedendo una soluzione concertata e condivisa. "La posizione del Pd – sottolinea Sciapichetti – non è mai stata quella di adesione alla soluzione di società consortile di primo livello come erroneamente affermato da alcuni esponenti della destra. La soluzione migliore auspicata dal Pd è stata sempre la replica del "modello Cosmari", cioè una società al 100% pubblica, i cui unici soci siano tutti i Comuni ricompresi nell’Ato3. Tuttavia, preso atto che tale scelta non è stata presa in considerazione e che il tempo a disposizione è quasi scaduto, tra le due opzioni di cui si sta discutendo, la società consortile di secondo livello (dove i soci sono solo le società di gestione), appare l’opzione migliore e più realizzabile nella situazione data. Difatti la società consortile di primo livello comporterebbe per i Comuni del territorio l’esborso di centinaia di milioni di euro nella fase di start-up della nuova società, con conseguente aumento delle tariffe dell’acqua da un minimo del 40 ad un massimo del 50 %. Una eventualità per noi inaccettabile".