"Acquaroli fa peggio di Ceriscioli"

Il PCI di Macerata denuncia la privatizzazione della sanità, che ha portato a chiusure di ospedali e punti nascita e a un ricorso alle cooperative a costi raddoppiati. La situazione è peggiorata sotto la giunta di destra, truffando la popolazione.

3"Acquaroli ancora peggio di Ceriscioli". Inizia così l’amara riflessione del Pci (Partito comunista italiano) di Macerata sul fronte sanità. "Mentre si aumentano i finanziamenti alle cliniche private – afferma la federazione provinciale - il dibattito si sposta in maniera ipocrita sulla costruzione dei nuovi ospedali a Pesaro, Macerata e Fermo mentre gli entroterra vengono spogliati di tutti gli ospedali di polo che garantivano la salute nei territori interni e costituivano un filtro verso gli ospedali di rete. Nei poli ospedalieri (13) oltre alle funzioni tradizionali di ricovero veniva garantito il pronto soccorso almeno 12 ore e in molti casi si praticavano interventi chirurgici ’minori’ e programmati. Come pure è stato spazzato via il sistema riabilitativo pubblico, sia traumatico sia postoperatorio e privatizzato al 100%; sono stati chiusi i punti nascita a mOsimo, Fabriano e San Severino. Il Covid ha evidenziato i risultati negativi della privatizzazione della sanità. La manifestazione sindacale unitaria del 15 luglio scorso ad Ancona (a cui il Pci ha aderito) è stata importante, ma è stata tardiva perché andava fatta anche durante la giunta Pd-Ceriscioli, precursore dello smantellamento della sanità pubblica". Il partito passa quindi all’attuale giunta di destra e al ricorso "alle cooperative a costi raddoppiati rispetto ad un piano nazionale pubblico di assunzioni per far fronte alla carenza di medici e infermieri". "Denunciamo questo fatto gravissimo – conclude il Pci - che si configura come una truffa legalizzata ai danni della popolazione. Professionisti sanitari che sono in pensione formano cooperative e tornano a lavorare nelle strutture. E il servizio sanitario pubblico (lo Stato) paga due volte! Senza considerare che ormai non ci sono più nei comuni medio piccoli medici di base".