Addio a mister Marco Venturini: "Un innovatore, persona stupenda"

Il tecnico aveva 80 anni: ha vinto in tutte le categorie, portando novità sul campo e insegnamenti nella vita. De Feis: "Ha lasciato il segno". Paoloni: "Un maestro". Ciurlanti: "Non aveva mai paura". Oggi il funerale. .

Addio a mister Marco Venturini: "Un innovatore, persona stupenda"

Addio a mister Marco Venturini: "Un innovatore, persona stupenda"

di Lorenzo Monachesi

È morto a 80 anni il maceratese Marco Venturini, un allenatore di calcio che ha segnato un’epoca e che ha fatto sognare tante tifoserie. Ha iniziato ad allenare in Terza categoria ed è arrivato a sfiorare la C2 con la Jesina che aveva preso in Eccellenza e portata subito in D. Nel calcio le società che volevano andare sul sicuro puntavano su di lui e i risultati gli hanno dato ragione. L’Helvia Recina 1975 appena fondata si affida a lui e centra la promozione in Seconda categoria e poi lascia la sua impronta nel Santacroce. "Quando Sacchi non era conosciuto, lui faceva zona, pressing e fuorigioco. È stato un tecnico dalla grande personalità che ha lasciato un segno", dice Guglielmo De Feis, suo attaccante nel Morrovalle (1990-92) e nella Jesina (1994-95). E proprio il giocatore ricorda una sua frase: "quando hanno la palla giocano loro, quando l’abbiamo noi giochiamo noi, ma palla mezza e mezza, me te magno a moccicotti". Una espressione che corrispondeva perfettamente a Marco Venturini che aveva una visione calcistica universale". È stato un allenatore preparato. "Ricordo – conclude De Feis – la sua capacità di leggere le partite, di presentarci le varie situazioni di una gara considerando il contesto ambientale, gli avversari, l’arbitro". Paolo Paoloni, assessore di San Severino, è stato allenato per diverse stagioni da Venturini. "Il suo nome – ricorda Paoloni – mi riporta indietro nel tempo e a rivivere momenti belli in cui ci siamo divertiti, anche nelle difficoltà. Come tecnico era molto bravo, sapeva leggere le gare, conosceva gli avversari, lo considero un maestro che ha portato delle novità. L’ho rivisto alcune settimane fa ed è stato un momento molto piacevole". In quell’anno alla Settempeda c’era anche Graziano Ciurlanti. "Mi ricordo un tecnico che praticava uno schema di gioco efficace, moderno e sapeva farlo applicare bene. Sul piano tecnico-tattico è stato tra i più efficaci. È stata una persona tosta, che non aveva mai paura". Francesco Calcagni è stato un altro suo calciatore nei primi anni Ottanta alla Settempeda. "Era un innovatore, una persona che cercava sempre di migliorarsi e ci riusciva. Ora vedo certi schemi che noi applicavano già a quei tempi: Petrini batteva i corner sul primo palo per Giattini che spizzava la palla per Tamburella che di testa faceva gol. E poi eravamo gli unici a giocare a zona: grazie a lui mi sono tolto molte soddisfazioni nel calcio". In tutti Marco Venturini ha lasciato un segno profondo, e non solo nel calcio. "Erano – scrive De Feis – gli insegnamenti di vita calcistica quelli nei quali eccelleva, ovvero saper educare i suoi allievi (i suoi calciatori) ai comportamenti per sopravvivere in quella giungla che è un campo di calcio. Io ho avuto la possibilità di ricevere questi insegnamenti e che – ci si creda o no – mi sono stati ancora più utili nella vita che nel calcio". Lascia la moglie Argentina, i figli Andrea e Riccardo, le nuore Daniela e Michela, i nipoti e il fratello Tiziano. Il funerale sarà celebrato alle 9 di oggi nella chiesa del Sacro Cuore.