Aggressione con la mannaia. Il giudice lo condanna, ma il nigeriano è sparito

Un anno e due mesi al 35enne che aveva seminato il caos la scorsa estate. Dopo la convalida era scattato il divieto di dimora: ora non si sa dove sia.

Aggressione con la mannaia. Il giudice lo condanna, ma il nigeriano è sparito

Aggressione con la mannaia. Il giudice lo condanna, ma il nigeriano è sparito

Fermato per un controllo, aveva tirato fuori una mannaia e aveva minacciato i poliziotti, semiando poi il panico nella zona della stazione. Per questo ieri è stato condannato a un anno e due mesi il nigeriano Chiazor Udeani, 35enne, che nel frattempo comunque ha fatto perdere le sue tracce.

Nel primo pomeriggio del 20 agosto scorso, la Volante lo aveva incrociato nella zona della stazione e voleva controllarlo. Ma quello alla vista degli agenti era corso via verso viale Don Bosco. Inseguito dai poliziotti, Udeani a un certo punto aveva sfilato una mannaia dallo zaino e aveva tentato di colpirli, mirando alla gola e urlando: "Vi ammazzo". Richiamate dalle urla in strada, diverse persone si erano trovate ad assistere a quella scena spaventosa. Per fortuna, i poliziotti non erano stati feriti, ma alla fine il nigeriano era riuscito ad allontanarsi verso la zona di Santa Lucia, brandendo la mannaia e seminando il panico tra quelli che lo incrociavano.

Subito erano arrivati altri rinforzi dalla questura e anche dai carabinieri, e alla fine il 35enne era stato arrestato in via San Francesco per i reati di lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e porto d’armi. Nel suo zaino aveva 11mila euro, telefonini e articoli di bigiotteria. Regolare da anni in Italia, e operaio in una fabbrica, Udeani nell’udienza di convalida aveva spiegato di essere stato cacciato quella mattina dall’alloggio che aveva a Macerata. Così aveva infilato le sue cose e si era messo alla ricerca di un altro appartamento. Vedendo la polizia però si era spaventato e aveva reagito in maniera scomposta, ma aveva assicurato di non aver voluto far del male a nessuno. Dopo la convalida, per lui era stata disposta la misura cautelare del divieto di dimora in città, e il nigeriano ha ubbidito: qui non si trova più, e a questo punto non si sa dove sia andato. Ieri per lui la vicenda si è chiusa con il processo per direttissima. Il pm Raffaela Zuccarini ha chiesto la condanna a un anno e mezzo di reclusione. L’avvocato Francesco Governatori ha sottolineato le condizioni del nigeriano. Alla fine il giudice Andrea Belli lo ha condannato a un anno e due mesi di reclusione.