SEBASTIANO VEROLI
Cronaca

Anziani tra Rsa e case di riposo. Pochi posti e anche costosissimi: "Famiglie disperate per gli aumenti"

Maccari, segretaria dello Spi Cgil, ha a che fare con tante persone che cercano di accedere alle strutture: "In un caso la retta è cresciuta di 440 euro al mese senza specifiche motivazioni" .

Trovare un posto letto in una Rsa o in una casa di riposo è sempre più difficile Nella foto sopra, Romina Maccari

Trovare un posto letto in una Rsa o in una casa di riposo è sempre più difficile Nella foto sopra, Romina Maccari

"Si tratta di un caso paradigmatico riferito ad una coppia di Civitanova, ma le posso assicurare che ce ne sono tanti altri simili", afferma Romina Maccari, segretaria dello Spi Cgil di Macerata. "Trovare un posto letto in una Rsa, in un Residenza Protetta o in una Casa di Riposo è difficile, e quando la ricerca va a buon fine si deve – letteralmente – fare i conti con rette sempre più elevate, nonostante il recente accordo tra Regione, sindacati ed enti gestori, che prevede fondi a supporto delle imprese e delle famiglie per abbattere i costi delle rette". Il primo problema è quello di poter accedere alla struttura: tantissimi sono gli anziani in lista d’attesa. "Dopo aver contattato oltre una decina di residenze – spiega la Maccari – questa coppia è riuscita a trovare un posto per una loro familiare nella Casa di Riposo di Penna San Giovanni. Non esattamente dietro l’angolo, ma comunque hanno trovato una soluzione. L’anziana donna è stata quindi trasferita in questa struttura nel novembre 2023, dietro corresponsione di una retta di 1.440 euro mensili". Tutto più o meno a posto fino allo scorso dicembre, quando il Comune – proprietario e gestore della Casa di Riposo – comunica ai coniugi che la retta, dal 1° gennaio 2025, sarebbe aumentata fino a 1.550 euro.

"Sono 110 euro in più al mese, non poca cosa, ma l’aumento è stato – diciamo così – compreso. Il fatto è che lo scorso 18 giugno è arrivata una lettera con la quale, senza fornire motivazioni specifiche, è stato comunicato un nuovo aumento di ulteriori 440 euro mensili, fino a portare la retta a 1.990 euro. Di più. A questi si deve aggiungere anche il versamento del 40% dell’assegno di accompagno, altri 216 euro. Insomma, in sei mesi la retta è aumentata di circa 760 euro, il 52% in più. È stato detto che la signora non è residente. D’accordo, ma va evidenziato che non lo era neanche al momento in cui è stata accolta nella struttura e, in ogni caso, non può certo essere questo il motivo per lo stratosferico aumento della retta richiesto. E’ stato a questo punto che la coppia ha deciso di rivolgersi a noi. Abbiamo già chiesto un incontro con il comune di Penna San Giovanni, che dovrebbe tenersi entro la fine del mese".

Ma di situazioni complesse ce ne sono davvero tante. "Alcune famiglie – sottolinea Maccari – sono veramente disperate perché non riescono a reggere gli aumenti. Ci sono alcune realtà – sempre meno - in cui i costi della retta oscillano tra 1.400 – 1500 euro, in tante altre si arriva tra il 1.900 e i 2.300 euro. E, comunque, case di riposo Rsa e quant’altro, non coprono neppure le esigenze dei residenti. Nelle liste d’attesa ci sono centinaia di persone: oltre 200 a Corridonia e Treia, circa 250 a Pollenza, 270 a Urbisaglia, 311 a Mogliano, tanto per citarne alcune". Maccari evoca il recente accordo tra Regione, enti gestori e sindacati, che prevede 20,9 a supporto delle imprese per potenziare l’offerta e la qualità dei servizi, e 9,7 a supporto delle famiglie per abbattere i costi delle rette. "Meglio fosse arrivato prima. Ma, ora, è il caso si attui subito con interventi concreti".