Aziende in difficoltà ad assumere: "Il lavoro c’è, ma è diventato sempre più precario e povero"

Per la Uil nelle Marche la situazione è peggiore rispetto alle altre regioni del centro e di tutta l’Italia. Antonella Vitale: "Soltanto uno su dieci dei nuovi contratti stipulati è a tempo indeterminato" .

Aziende in difficoltà ad assumere: "Il lavoro c’è, ma è diventato sempre più precario e povero"

Aziende in difficoltà ad assumere: "Il lavoro c’è, ma è diventato sempre più precario e povero"

"Lavoro precario e povero, considerato un costo e non un investimento. Ecco perché, poi, le aziende non trovano le persone da assumere". E’ quanto sostiene la Uil Marche sulla base di dati che descrivono nella nostra regione una situazione peggiore rispetto al resto del centro Italia e del paese. "Nelle Marche – spiega Antonella Vitale, responsabile dell’Area mercato e lavoro della Uil - la quota di contratti a tempo indeterminato sul totale di quelli attivati è nettamente sotto la media del Paese, appena uno su dieci: la nostra regione è 14ª per incidenza di contratti a tempo indeterminato sui nuovi rapporti di lavoro. Anche l’incidenza dei contratti a termine sul totale è inferiore alla media nazionale: le Marche sono 12esime nell’utilizzo di tale forma di contratto". Nel 2023, sul totale delle nuove assunzioni, quelle a tempo indeterminato sono state solo 24.832: 7.421 nella provincia di Ancona, 3.249 nella provincia di Ascoli - Piceno, 2.833 nella provincia di Fermo, 5.431 nella provincia di Macerata, e 5.898 in quella di Pesaro - Urbino. La tipologia di contratto maggiormente utilizzato è il contratto a termine, con 85.948 assunzioni, 18.453 delle quali in provincia di Macerata, oltre il triplo dei contratti a tempo indeterminato. Seguono il contratto intermittente, con il quale sono stati assunti 39.687 lavoratori (di cui 8.219 a Macerata), il contratto stagionale con 28.063 assunzioni (3.492 a Macerata) il contratto di somministrazione, con 28.444 assunzioni (5.566 a Macerata). Pesa, poi, il basso livello delle retribuzioni. "E’ questa – continua la Vitale - una delle reali ragioni della difficoltà nel reperimento di manodopera. Nelle Marche la retribuzione media annua del settore privato è di poco superiore a 20mila euro. Sulla scorta dei dati Inps 2022 emerge che i giovani sotto i 30 anni e le donne percepiscono mediamente il 30% in meno rispetto a un uomo. Si aggiunga che le aziende tendono a vedere nel lavoro un costo da abbattere e non un investimento". Un modo di fare che la Uil definisce inaccettabile, poiché può dare vantaggi immediati all’azienda, ma senza garanzie per il futuro. Eppure di lavoro nelle Marche ce ne sarebbe. Secondo i dati del Sistema Informativo Excelsior per il prossimo trimestre si prevedono 10. 540 assunzioni in provincia di Pesaro - Urbino, 12.820 in provincia di Ancona, 7.400 nella provincia di Macerata (di cui il 47,5% nell’industria e il 52,5% nei servizi), 6.360 nella provincia di Ascoli Piceno e 4.130 a Fermo. "Il fatto è – aggiunge Claudia Mazzucchelli, segretaria generale della Uil Marche – che le condizioni dettate dal mercato del lavoro sono orientate verso il lavoro povero, al di sotto dei livelli di altre regioni e con un carattere di precarietà più accentuato. Servono politiche vere e mirate da parte della Regione e da parte degli imprenditori. L’impresa deve investire e credere nel proprio personale, applicando un’adeguata retribuzione salariale e stabilizzando i contratti a termine".

Franco Veroli