Bonservizi, bufera sull’iniziativa: "No a una celebrazione fascista"

Il libro sul fondatore del Fascio e la visita al cimitero. Il sindaco al prefetto: "Ci dica come muoverci"

Bonservizi, bufera sull’iniziativa : "No a una celebrazione fascista"

Bonservizi, bufera sull’iniziativa : "No a una celebrazione fascista"

Si intitola "Nicola Bonservizi. Fondatore del Fascio di Parigi e vittima dell’antifascismo" il libro che sarà presentato sabato 13 a Urbisaglia. Gli organizzatori, le associazioni Aries e Nuove sintesi, annunciano una visita anche al cimitero nel primo pomeriggio. "Ma noi non vogliamo rivedere immagini come quelle di Acca Larentia – esordisce il sindaco Paolo Francesco Giubileo –, non vogliamo che si dica che Comune e prefettura hanno consentito una celebrazione fascista. Per questo ho scritto al prefetto chiedendo come dobbiamo muoverci". Bonservizi, nato a Urbisaglia, si trasferì a Roma prima di andare, su ordine di Mussolini, a Parigi per fondare anche lì il Fascio. A febbraio del 1924 però un anarchico italiano residente in Francia lo uccise. La salma fu portata a Milano, dove Mussolini pronunciò l’orazione funebre, e poi seppellita a Urbisaglia, che per qualche anno si chiamò Urbisaglia Bonservizi. "Avevamo subito ipotizzato che potesse esserci qualcosa del genere – spiega la professoressa Giovanna Salvucci dell’Anpi –. Per questo abbiamo organizzato per sabato 20 aprile, in teatro a Urbisaglia, un incontro dal titolo "Dall’omicidio Bonservizi al delitto Matteotti", perché questi due personaggi sono legati in qualche modo. Quando Matteotti fu ucciso, nel 1924, la prima linea di difesa fu che si era trattato di un delitto d’impeto: Dumini disse di averlo incrociato a Trastevere e di aver vendicato l’uccisione di Bonservizi, di cui Matteotti sarebbe stato il mandante. Poi emerse subito che Matteotti non era affatto il mandante dell’uccisione di Bonservizi, a cui sparò un anarchico. Il problema con l’incontro di sabato 13 non è il fatto che si parli di Bonservizi, personaggio storico di cui si può discutere, ma la commemorazione al cimitero, dove sono seppelliti i martiri del fascismo. Quello che si configura è un raduno nostalgico". Per la cerimonia al cimitero non è stata chiesta alcuna autorizzazione al Comune. "Per questo io non ho potuto dire nulla – spiega il sindaco Giubileo –, ma quando ho visto il manifesto ho pensato che così non potesse andare. Questo è un paese libero, grazie anche all’antifascismo, e si può discutere di tutto. Ma io da sindaco ho giurato sulla Costituzione che è antifascista, e non si può presentare un personaggio come vittima dell’antifascismo. Ho sollecitato un intervento del prefetto, per capire come muoverci. Ma qui non vogliamo vedere scene come quelle di Acca Larentia".

Paola Pagnanelli