Lavorare, a testa bassa, concentrandosi su sé stessi e magari come quei cavalli che usano il paraocchi. D’altronde, se non fai un risultato pieno da una vita (oggi ricorrono tre mesi esatti dal successo con l’Olbia), è abbastanza superfluo vedere le prestazioni delle concorrenti. L’entusiasmo è ai minimi termini ma la fiducia appare salda. Tenendo il match col Rimini nel mirino è il capitano Alessandro Sbaffo a cercare, malgrado il momento, un motivo per un briciolo di ottimismo: "Dobbiamo considerare il fatto che comunque dipende ancora da noi e nello sport, quando si è padroni del proprio destino, si deve attingere da questo per avere una grande forza. Ci sarebbero molte cose da dire ma ognuno adesso è chiamato a risolvere i propri problemi e mettersi al servizio della squadra".
Cosa è lecito attendersi dai tanti volti nuovi giunti a gennaio che pian piano cercano di inserirsi?
"Che portino qualcosa di diverso toccando delle corde magari più profonde e che vadano anche di là degli aspetti solo tecnici. Bisogna credere non tanto nella maglia o nella Recanatese ma nel fatto che questa è la nostra vita, e che ogni partita è speciale. D’altronde il calcio è il mio ed il nostro primo amore e questo dovrà essere, da qui alla fine, il nostro valore aggiunto. Il gruppo? Ha il compito di accoglierli bene e farli sentire parti integranti di una realtà e di un territorio".
Dunque grinta, motivazioni e la "garra" giusta per la svolta auspicata da una vita….
"Gli aspetti tecnici li lasciamo ovviamente al nostro staff. I nuovi debbono sapere che possono mettere in campo anche le loro fragilità, essere sé stessi laddove magari nelle piazze di loro provenienza non riuscivano appieno. Da noi spesso è successo, con tantissimi errori ma questo fa parte del percorso professionale di ognuno di noi. Credo che se mettiamo quell’anima lì, possiamo fare qualcosa di speciale altrimenti tutto diventa ancora più difficile di adesso".
Insomma cercare, senza paure di reagire. Nel frattempo si valutano, ora per ora, le condizioni di Melchiorri, alle prese con uno stiramento non pesante ma con il quale occorre andarci cauti e una decisione verrà presa solo all’immediata vigilia del confronto con i romagnoli. Se Atene piange, Sparta non ride visto che i riminesi, nelle ultime 8 partite, hanno vinto solo con la Torres perdendo in 4 circostanze per un match che si preannuncia da brividi.
Andrea Verdolini