Castello della Rancia: via alla sistemazione

Inizia l’intervento per eliminare le lesioni provocate dal sisma. Chiusura per circa sei mesi. Nella seconda fase si passerà al recupero statico

Castello della Rancia: via alla sistemazione

Castello della Rancia: via alla sistemazione

Mercoledì iniziano i lavori di recupero post sisma del Castello della Rancia, grazie a un progetto finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con il fondo dell’8 per mille dell’Irpef, devoluto dai cittadini alla diretta gestione statale per l’anno 2020. Le opere avranno una durata di 6 mesi durante i quali il castello rimarrà chiuso al pubblico. "Questa chiusura legata al cantiere di riparazione e miglioramento antisismico - sottolinea il sindaco Mauro Sclavi - è strategica in quanto ci consentirà il pieno recupero di tutti gli spazi interni del castello, oltre alla sistemazione della merlatura che permetterà di riaprire i camminamenti di ronda. Abbiamo importanti progetti per l’utilizzo dello storico maniero che è un contenitore culturale ideale e che collega tutta la valle del Chienti. Quindi mostre e spettacoli all’interno e rievocazioni ed eventi all’esterno".

Dopo i lavori, dunque, il castello della Rancia tornerà a essere un punto di riferimento per tutta la provincia. Come noto, già nel XII secolo una fattoria fortificata esisteva lì come "grancia" (struttura utilizzata per la conservazione del grano), dipendente dalla potente Abbazia di Fiastra. Poi, tra il 1353 e il 1357 venne trasformato nel castello attuale per volere dei Varano, Signori di Camerino. Oggi l’intervento - in procinto di essere avviato - ha un costo complessivo di circa un milione e 200 mila euro. Si tratta di un primo stralcio del progetto e non interessa l’intero edificio. E’ finalizzato alla riparazione delle lesioni prodotte dal terremoto che hanno compromesso l’agibilità di alcuni punti dell’antica struttura. Successivamente, una seconda fase di lavori permetterà il recupero statico del castello e sarà oggetto di richiesta di un ulteriore finanziamento legato all’8 per mille dell’anno 2024. Insomma, ora si procede con la riparazione del danno, poi si lavorerà al miglioramento antisismico del castello. Le opere attuali riguardano, in particolare, le torri nord e sud che, avendo una più elevata vulnerabilità dovuta alla snellezza, mostrano lesioni più o meno evidenti. Nella "sud" ci sono merlature crollate o piuttosto danneggiate che sono minacciate da crollo. Le murature saranno riparate con operazioni di "scuci e cuci" con mattoni vecchi analoghi agli originali, mentre le merlature cadute saranno ricostruite col materiale originale recuperato. Le altre verranno consolidate attraverso l’infissione di barre in acciaio. Pure le "angolate" saranno rinforzate con l’apposizione di rete in tessuto d’acciaio. Inoltre, per quanto riguarda gli ambienti superiori delle torri, che hanno solai di copertura lignei, è previsto un intervento di consolidamento tramite un collegamento alle murature verticali (grazie a una cerchiatura con profili in acciaio e barre in acciaio), mentre le pareti situate alla sommità della torre sud saranno altresì vincolate con catene.