"Chiedono di non coltivare: questo è un ricatto"

A tracolla, un piccolo megafono e un cartellone colmo di slogan contro la "dittatura europea", "Bill Gates", e "la farina...

A tracolla, un piccolo megafono e un cartellone colmo di slogan contro la "dittatura europea", "Bill Gates", e "la farina d’insetti". In mano, un tricolore con scritte a pennarello che incitano al "cibo sano" contrapposto a quello "cancerogeno". Quella di Chiara Lucentini, di Montegranaro, è una delle tante voci che si sono udite nel corso della protesta di ieri in via Einaudi, lei che agricoltore non è, ma che era lì "da libera cittadina al fianco degli agricoltori – ha specificato –, perché senza di loro saremmo costretti a mangiare sintetico, farine d’insetti, prodotti geneticamente modificati e d’esportazione. Altro che non inquinanti, sono proprio questi gli elementi insalubri. Voglio difendere l’articolo 32 della Costituzione, cioè il diritto alla salute". "Spero che questi lavoratori non cederanno al ricatto di non coltivare i terreni – ha sottolineato poi Lucentini –. Stanno offrendo soldi per lasciare i campi incolti, espropriando spazi strategici alla nostra agricoltura. Gli agricoltori sono l’ultimo baluardo per la nostra salute e la nostra alimentazione, non li abbandoneremo". Al sit in di protesta hanno partecipato anche diversi rappresentanti del mondo balneare, tra cui gli associati del Comitato ‘Popolo produttivo’, che la settimana scorsa si erano recati a Roma per ribadire la loro contrarietà alla Bolkestein.

fra. ros.