Cittadinanza onoraria alla Nembo: "Il Comune cancella i partigiani"

Lanzavecchia sull’omaggio al Reggimento paracadutisti: ricostruzione storica sbagliata

Cittadinanza onoraria alla Nembo: "Il Comune cancella i partigiani"

Cittadinanza onoraria alla Nembo: "Il Comune cancella i partigiani"

"Speriamo che, a distanza di 80 anni, si eviti il rischio di cancellare con il bianchetto, dentro un atto ufficiale del Comune, l’intera memoria sulla resistenza partigiana nel Maceratese e sul suo ruolo nella liberazione della città". Macerata si appresta a conferire la cittadinanza onoraria al Reggimento paracadutisti "Nembo", ma leggendo gli atti Massimo Lanzavecchia ha notato come alcune parti della delibera non sarebbero aderenti alla realtà storica. In particolare lo scrittore, e storico esponente del Pd cittadino, sottolinea come negli atti dell’amministrazione manchi il riferimento ai partigiani delle Bande Nicolò. "Pare che Macerata si appresti a dare la cittadinanza onoraria al Reggimento paracadutisti "Nembo", erede di quello inquadrato nel Corpo italiano di liberazione che contribuì alla liberazione di Macerata il 30 giugno di 80 anni fa. Una buona notizia, come tutte quelle che ricordano gli italiani che hanno aperto gli occhi di fronte alla tragedia del regime fascista. Succede, però, che il testo della delibera e la "relazione storica" – parte sostanziale dell’atto – raccontino una storia parziale e non veritiera. Il 30 giugno del 1944 – vi si legge – "gli esploratori" della Nembo entrano "per primi" a Macerata "alle ore 13.30"; ma in realtà primi non furono, perché anticipati di ben due ore dalla pattuglia partigiana di avanguardia della Banda Nicolò, che arrivò alle 11.30 issando la bandiera sul monumento della Vittoria". Un riferimento storico che nella delibera del Comune scompare. "Fosse solo una questione di ore e di primato, sarebbe poco grave è che, invece, nella storia di quei giorni narrata in delibera scompare del tutto la presenza partigiana, come se le centinaia di quei giovani combattenti e le decine di caduti negli scontri coi nazifascisti non fossero esistiti. Il generale Prizzi, autore della relazione storica e promotore dell’iniziativa, è certamente persona seria e rispettabile, ma probabilmente non conosce né la storia locale, né quanto è stato già scritto e pubblicato per documentarla. Se ne avesse letto anche una piccola parte, si sarebbe accorto – e con lui l’amministrazione – che, arrivando i soldati della Nembo ad Abbadia di Fiastra il 21 giugno, i partigiani delle Bande Nicolò guidate da Augusto Pantanetti erano già lì, dopo lunghi mesi di azioni contro i nazifascisti per montagne e città vicine".