"Commemoriamo la storia e cerchiamo la pace"

San Severino celebra il Giorno del Ricordo per commemorare i massacri delle foibe e l’esodo Giuliano-dalmata. La cerimonia ufficiale al Monumento ai Caduti ha ricordato le vittime e l'importanza di preservare la memoria storica.

"Commemoriamo la storia e cerchiamo la pace"

"Commemoriamo la storia e cerchiamo la pace"

San Severino celebra il Giorno del Ricordo per commemorare i massacri delle foibe e l’esodo Giuliano-dalmata. Ieri mattina si è svolta una cerimonia ufficiale al Monumento ai Caduti che si è aperta con la cerimonia dell’alzabandiera, sulle note dell’Inno di Mameli, e la deposizione di una corona di alloro da parte del sindaco, Rosa Piermattei: "Esattamente venti anni fa, con la legge 92 del 30 marzo 2024, veniva istituita questa Giornata per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. In un lembo di terra bagnato dall’Adriatico, si consumarono eccidi e stragi prima di un grande esodo di massa. Una pagina che oggi sembra ripetersi perché l’eco delle guerre, in due decenni, non si è mai placato nel mondo. Eppure tutti noi, ogni giorno – ha riflettuto il sindaco – dovremo cercare la pace perché la guerra porta sofferenza, dolore e sangue. Sul confine orientale italiano se ne versò molto anche se qualcuno ha cercato di rimuovere questa dalle pagine di storia". Alla cerimonia è intervenuta anche Francesca Piloni, dell’associazione Unione degli Istriani, che ha ricordato, ripercorrendo la storia: "Le stragi delle foibe, con il successivo drammatico esodo, furono solamente l’ultima pagina di un preciso disegno di cancellazione dell’italianità adriatica orientale perseguito per oltre un secolo. Migliaia di italiani vennero barbaramente torturati e uccisi nelle foibe, fucilati, annegati con le pietre al collo, deportati nei campi di concentramento jugoslavi dai quali in pochissimi fecero ritorno. E questa pagina della storia d’Italia riguarda da vicino anche le Marche. Furono 79 i cittadini marchigiani che caddero al confine orientale in quei tragici giorni. Oggi commemoriamo una pagina della storia d’Italia volutamente occultata per 60 anni e, da molti, ancora oggi negata e vilipesa".

Gaia Gennaretti