GAIA GENNARETTI
Cronaca

Dall’Uruguay ai teatri di tutta Europa: "Musica, recitazione, arte e danza. Ecco un nuovo modo di fare circo"

Fabiana Ruiz Diaz, condirettrice di "El Grito", è considerata una delle pioniere del Nouveau Cirque in Italia "Viaggio iniziato nel 2007 a Bruxelles con Giacomo Costantini: ora siamo di casa al Feronia di San Severino".

Dall’Uruguay ai teatri di tutta Europa: "Musica, recitazione, arte e danza. Ecco un nuovo modo di fare circo"

Dall’Uruguay ai teatri di tutta Europa: "Musica, recitazione, arte e danza. Ecco un nuovo modo di fare circo"

Il circo non è più solo quello degli chapiteau, delle famiglie nomadi. Oggi il circo contemporaneo rompe con i canoni del circo classico e rinasce in un approccio sperimentale dove le arti, come la danza, la recitazione, le arti visive e la tecnologia prendono vita. Questo lo sa bene la 42enne Fabiana Ruiz Diaz, originaria dell’Uruguay e da tempo stabilitasi a Fontenoce, che è considerata una delle pioniere del Nouveau Cirque in Italia. È condirettrice del Circo El Grito e del Sic (Stabile di innovazione circense) che hanno trovato a San Severino e, in particolare, al teatro Feronia, la loro casa.

Fabiana, come e quando è nato il Circo El Grito?

"È nato nel 2007 a Bruxelles, all’Espace Catastrophe, con l’incontro con Giacomo Costantini, attualmente condirettore del Circo El Grito insieme a me. Lì abbiamo creato il primo spettacolo, Scratch&Stretch, siamo stati individuati come promettente compagnia giovane emergente e abbiamo fatto 180 repliche in tutta Europa. La successiva produzione, 20 Decibel, ha avuto il riconoscimento del ministero della cultura belga".

Il vostro è un circo contemporaneo e i vostri spettacoli sono arte allo stato puro.

"Arrivando a Bruxelles abbiamo scoperto un altro modo di intendere il circo. Non facciamo gli artisti di strada. Da noi le arti circensi si incontrano con la musica, la recitazione, la danza e l’arte visiva. Preferisco definirlo circo di creazione perché è necessario un regista, un coreografo a servizio della storia che si vuol raccontare. Ecco perché la nostra proposta è molto richiesta".

Circo, nella concezione classica, fa rima con famiglia. Lo diventano gli artisti e attrae da sempre le famiglie. È così anche per il circo contemporaneo?

"La famiglia del circo è legata allo chapiteau. Nel circo contemporaneo, che inizia a essere ospitato anche nei teatri come il Feronia di San Severino, siamo più simili ad una compagnia teatrale. E ci rivolgiamo quindi ad un pubblico di qualsiasi età, anche perché quando lo spettacolo lo fai con il corpo e con le parole, è comprensibile a tutti, è una proposta che resta fedele all’amore per lo spettacolo popolare. Le ultime creazioni si mescolano addirittura con la letteratura e con la pittura, ci siamo ispirati ad artisti come Vincent Van Gogh, Marc Chagall e altri".

Poi, qualche anno fa, Circo El Grito e SIC hanno trovato la propria casa a San Severino. Come è nata quest’unione?

"Siamo stati accolti nei teatri di tutta Italia, sia tradizionali che contemporanei. Siamo venuti anche a San Severino, con la giunta e il direttore artistico dei Teatri, Francesco Rapaccioni, presto è nato l’amore, la perfetta sintonia tra la nostra visione artistica e la loro voglia di avere qualcosa di unico e alternativo. Avevamo già il riconoscimento da parte del ministero della Cultura e dalla Regione come circo contemporaneo, siamo stati i primi in Italia. Dal 2022 siamo anche un centro di produzione: uno dei requisiti è avere come partner un teatro stabile, così ci siamo rivolti all’amministrazione settempedana che ha apprezzato la nostra proposta. Quindi ora al Feronia formiamo anche altri artisti".

Una unione felice che viene ripagata anche dal pubblico. Ogni spettacolo al teatro Feronia registra il sold out.

"Sì, infatti, siamo soddisfatti. C’è sempre il tutto esaurito e siamo al secondo anno di programmazione, sei spettacoli l’anno scorso e sei quest’anno, il pubblico viene da tutta la regione e non solo. La nostra idea di circo è stata compresa e apprezzata tanto che in questa stagione ci siamo spinti in territori artistici più singolari".