
Lorenzo Longo, Federconsumatori
A un cittadino di San Severino, a cui è stata prescritta una coronarografia a breve, quindi entro 10 giorni, è stata prenotata la visita all’ospedale di Macerata a 103 giorni; un matelicese ha prenotato un test ergometrico lo scorso 11 dicembre ed è stato assegnato all’ospedale di Fabriano il prossimo 5 maggio, ben oltre i 60 giorni previsti; un civitanovese, per una ecografia completa dell’addome, da fare entro 60 giorni, è stato messo in lista lo scorso 7 novembre ed è ancora in attesa di una chiamata; un maceratese che deve fare una risonanza magnetica ad una gamba, con prescrizione a breve, entro dieci giorni, messo in lista lo scorso 13 gennaio, sta ancora aspettando che squilli il telefono. Un altro cittadino di Civitanova per una visita oculistica da fare a 60 giorni è stato messo in lista d’attesa lo scorso 7 novembre e sta ancora aspettando l’assegnazione. E si potrebbe continuare". Questo il quadro descritto da Lorenzo Longo, presidente provinciale della Federconsumatori, associazione che insieme alla Cgil ha aperto in provincia cinque "sportelli sanitari" (a Macerata, Civitanova, Tolentino, Recanati e Matelica) per sostenere i cittadini, e per spingere l’Ast di Macerata e la Regione ad affrontare la questione delle liste di attesa in maniera strutturale, interrompendo la spinta verso il privato. Ieri sul Carlino l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini ha detto che non esistono liste d’attesa chiuse. Ma tanti pazienti dicono il contrario. "Purtroppo – prosegue – abbiamo avuto anche segnalazioni di malati oncologici che necessitano di un assegnazione rapida di visite e esami che vengono messi in lista di attesa. E sono tantissimi i casi di coloro che sono costretti a ricorrere al privato sostenendo l’intera spesa della prestazione". Non diversamente la pensano tanti lettori del Carlino che hanno commentato le parole dell’assessore Saltamartini. "Ho chiamato proprio ieri il Cup per prenotare una visita oculistica post intervento. Liste chiuse in tutti gli ospedali delle Marche, nessuna data in nessuna struttura ospedaliera", scrive Ester. Secondo Oriana, l’assessore nega la realtà: "La sanità marchigiana non è mai caduta così in basso e lo dico perché sono 14 anni che giro per vari ospedali, ma la difficoltà trovata negli ultimi tre-quattro anni è inarrivabile", mentre Federica sottolinea di non aver ricevuto entro febbraio, come doveva essere, la telefonata per una visita da fare entro marzo. Ovviamente pesano tanti fattori, il sistema è complesso, e non mancano utenti che vantano pretese dimenticando che ci sono codici di priorità. "Le "liste bloccate", le "agende chiuse", le "non disponibilità", le "liste di galleggiamento", le prescrizioni senza codice di priorità, percentuali residuali di cure "fai da te", la carenza di percorsi di tutela, e altro, sono aspetti in cui si inserisce e si acuisce il fenomeno delle liste di attesa", spiega Longo. "Alla richiesta del cittadino non si può rispondere con una presa in carico, cioè l’inserimento nella lista di attesa e il rilascio di un codice di assegnazione, per essere poi richiamati. La legge prevede che venga fatta la prenotazione indicandone i termini", aggiunge Romina Maccari, segretaria provinciale dello Spi Cgil.