Era accusato di abusi, assolto grazie a WhatsApp

La ex aveva raccontato di essere stata violentata davanti al loro bimbo, ma le chat conservate dall’uomo hanno dimostrato la sua innocenza

Era accusato di abusi, assolto grazie a WhatsApp

Era accusato di abusi, assolto grazie a WhatsApp

di Paola Pagnanelli

Era stato accusato dalla ex di averla violentata davanti al loro bimbo. Ma in tribunale ha dimostrato la sua innocenza grazie alla chat sul cellulare. Si è chiuso con una assoluzione il processo a un 31enne, accusato di violenza sessuale per fatti che sarebbero avvenuti a Matelica nel giugno del 2016. A denunciarlo era stata la donna con cui lui aveva avuto una relazione, dalla quale due anni prima era anche nato un bimbo. In tribunale, la giovane aveva spiegato che, dopo aver lasciato il compagno, questi le aveva chiesto di poterla rivedere, soprattutto per incontrare il figlio. Lei aveva accettato e il ragazzo era andato a casa sua. Ma appena arrivato – aveva affermato la donna – le si sarebbe lanciato addosso tentando in ogni modo di baciarla e di spogliarla, l’avrebbe spinta contro un armadio perché non potesse sfuggirgli e le aveva infilato la mano nei pantaloni, senza preoccuparsi neppure del fatto che fosse lì presente il loro bambino. Lei però era riuscita a divincolarsi e ad allontanarlo, e in seguito l’aveva denunciato, cosa per altro che aveva già fatto in passato per altri episodi. Da subito, l’imputato aveva respinto ogni accusa, sostenendo che quella sera aveva finito tardi di lavorare, così non era passato dalla ex ed era uscito con gli amici. Inoltre aveva messo a disposizione della procura i messaggi su WhatsApp che aveva scambiato con la giovane, dai quali emergeva come i loro rapporti fossero discreti: anche nei giorni successivi alla presunta violenza il tenore degli scambi non era cambiato, e non c’erano riferimenti ad alcun genere di abusi. Ieri, nell’ultima udienza in tribunale a Macerata, il pm Stefania Ciccioli ha chiesto per l’imputato la condanna a un anno e mezzo di reclusione. Alla richiesta si è associato l’avvocato Ruggero Benvenuto, in sostituzione del collega Maurizio Benvenuto, parte civile per la donna. L’avvocato Damiano Corsalini invece, in difesa del 31enne, ha sottolineato la mancanza di riscontri alle accuse puntando soprattutto sui messaggi salvati nel cellulare dell’uomo, che appunto non davano conto di alcun contrasto tra lui e la donna. Alla fine il collegio ha condiviso la ricostruzione difensiva e, non ritenendo provate le accuse, ha assolto l’imputato "perché il fatto non sussiste".