Fedeli minacciati in chiesa. Terrore dopo la messa

Un 30enne è entrato a Santa Croce ed ha urlato: "Voglio cento euro.. Un altro prete non me li ha dati e gli ho puntato un coltello alla gola".

Fedeli minacciati in chiesa. Terrore dopo la messa

Fedeli minacciati in chiesa. Terrore dopo la messa

Momenti di paura nella chiesa di Santa Croce, dove un uomo ha iniziato a urlare "voglio cento euro", minacciando i presenti e il parroco. Alla fine, per fortuna, è stato allontanato, ma non è la prima volta che si presenta in parrocchia. Venerdì intorno alle 9.30, dopo la messa, alcuni fedeli erano rimasti in chiesa quando hanno sentito qualcuno entrare. Era un trentenne che, con accento meridionale, ha iniziato a chiedere soldi: pretendeva cento euro, perché doveva andare via. L’uomo ha iniziato a inveire contro tutti, accusando i maceratesi di non aiutare nessuno. "Ho sentito urlare e mi sono avvicinato – ha raccontato il parroco, don Pierandrea Giochi -. Gli ho spiegato che doveva andare alla Caritas, che non avevamo nulla, ma lui se l’è presa con una donna. Mi ha detto che anche un altro parroco gli aveva risposto così, ma lui gli aveva puntato un coltello alla gola e quello gli aveva dato tutto. Siamo rimasti gelati". A una donna a cui aveva chiesto i soldi avrebbe sputato, al parroco ha avvicinato la mano al viso come per colpirlo. Alla fine don Pierandrea ha aperto il portafogli, gli ha fatto vedere che c’erano solo venti euro e glieli ha dati. Ma a quello non bastavano, ne voleva cento. Una delle presenti però gli ha detto che avevano chiamato la polizia e che una pattuglia stava arrivando, e allora lui se ne è andato. "Anche la settimana scorsa era venuto – ha aggiunto don Pierandrea -. Porta con sé una valigia, come se dovesse andare chissà dove. L’altra volta aveva spinto un uomo facendolo cadere a terra, anche lì ci siamo preoccupati. Ma l’aggredito è una persona buona e non ha presentato alcuna denuncia, e anche venerdì non abbiamo fatto la denuncia. Io vedo sempre la persona, dietro al soggetto che compie questi gesti. E comunque, a che servirebbe denunciare? Si tratta di un disperato, a cui comunque la polizia potrebbe fare poco". L’unica preoccupazione del parroco è per chi si trova a subire queste aggressioni, dall’esito imprevedibile. "Molti non lo sanno, ma l’ufficio parrocchiale è molto complesso. Arrivano di continuo persone con le esigenze più disparate. A volte sono furbi, che marciano sull’aiuto che possono ricevere dalla Chiesa, a volte sono persone realmente in difficoltà. Con la Caritas e i servizi sociali lavoriamo molto, anche per capire con chi abbiamo a che fare e cosa è possibile mettere in atto. Ma la porta della parrocchia deve essere sempre aperta, e purtroppo non sappiamo mai chi sta suonando".