Furto di rame nell’area archeologica di Potentia, tre a processo

In tre sono sotto processo per il furto nell’area archeologica di Potentia, a Porto Recanati. Ma per uno di loro, non ci potrà essere alcuna sentenza in tribunale, visto che da mesi è in coma vegetativo a causa di un pestaggio. La vicenda riguarda un episodio avvenuto l’11 maggio del 2019. Passando lungo la statale Adriatica, una pattuglia dei carabinieri di Porto Recanati aveva notato una Fiat Panda ferma vicino al cancello della zona archeologica, non lontana dall’Hotel House, e i militari avevano deciso di andare a controllare. Avevano scoperto così tre soggetti impegnati a staccare il rame delle grondaie della tettoia che copre alcuni frammenti di mosaici, e a caricare tutto nel bagagliaio dell’utilitaria, pensando poi di vendere il materiale prezioso. Alla vista dei carabinieri, i tre avevano cercato di scappare per i campi, ma erano stati raggiunti, fermati e denunciati. Si trattava di Cedric Kasangana Baloji, congolese residente a Osimo, Querim Kacbufi, albanese residente a San Severino, e Hussein Darboe, gambiano residente a Macerata. La vicenda era stata segnalata anche al Comune e alla Sovrintendenza archeologica delle Marche, proprietaria dell’area di Potentia. E tutti e tre tre erano stati accusati di furto. Ieri però in tribunale a Macerata gli avvocati difensori hanno fatto presente che Darboe, coinvolto anche in altre indagini per spaccio di stupefacenti dopo il furto di rame, ha subito un pestaggio violentissimo a Lido di Fermo, dal quale non si è mai più ripreso: è in coma vegetativo, e non ci sono speranze purtroppo che possa riprendersi. La sua posizione dunque è stata stralciata dal fascicolo, come prevede la riforma Cartabia, e in accordo con il pubblico ministero Rocco Dragonetti. Il giudice Vittoria Lupi ha invece rinviato l’ultima udienza per gli altri due a ottobre, quando sarà pronunciata la sentenza.

Paola Pagnanelli