Giulia Rocchi da Ravenna: "In un istante ci si ritrova senza niente"

Giulia Rocchi da Ravenna: "In un istante ci si ritrova senza niente"

Giulia Rocchi da Ravenna: "In un istante ci si ritrova senza niente"

"Sono stati giorni surreali, con la pioggia che continuava a cadere e faceva paura, la borsa pronta nel caso in cui dovessimo evacuare. Pensavamo di averne visti già parecchi, di disastri, basta pensare al terremoto e alla pandemia. L’alluvione ci mancava. Quello che lascia senza fiato è che, nonostante tutto, nonostante si siano ritrovate senza niente nel giro di un istante, le persone qui riescono ancora a trovare la forza di sorridere. È davvero commovente". Riparte da qui, dal coraggio di un sorriso in mezzo al fango, la popolazione della Romagna: a Ravenna, una delle città più colpite dall’alluvione della scorsa settimana che ha provocato 14 morti in regione, vive da tempo Giulia Rocchi (nella foto): maceratese, 30 anni, già pallavolista in serie A (con l’Olimpia Teodora Ravenna), ora lavora come commessa in un negozio del centro. "Per fortuna noi stiamo bene – racconta Rocchi –, vivo con il mio compagno in una zona residenziale vicino al centro che non è stata colpita dall’alluvione, è una delle poche zone che è stata risparmiata. Nemmeno il negozio ha subìto danni. Ci riteniamo fortunati, ad altri nostri amici non è andata così bene, hanno iniziato ad evacuarli mercoledì. Hanno perso le loro case. Fino a ieri (domenica, ndr) è piovuto di continuo, questo di certo non ha aiutato. Aspettiamo che il tempo migliori".

Rocchi ha giocato a pallavolo per una vita, dai 17 anni in poi ai livelli più alti. "È un’esperienza che rifarei ad occhi chiusi, mi manca e continuerà a mancarmi, lo so. Però a un certo punto ho sentito il bisogno di cambiare vita, di avere altri stimoli e, allo stesso tempo, una vita normale". Martedì scorso è arrivata l’alluvione, "mai mi era capitata una cosa simile in vita mia. Ci siamo resi conto che nel nostro quartiere non c’era pericolo, ma c’era la paura di quello che poteva accadere, la situazione cambiava velocemente. Il mercoledì abbiamo chiuso il negozio. È stato impressionante vedere gli scaffali e i banconi del supermercato vuoti in quei giorni, non si trovava più niente, per non parlare degli stivali da pioggia, esauriti. Intanto, non sai come renderti utile, dato che persisteva l’allerta rossa e e ci avevano detto di stare in casa il più possibile, di lasciare le strade libere, di volontari ce n’erano tanti. Nel nostro piccolo, abbiamo cercato di dare una mano come potevamo – spiega Rocchi –. Il mio compagno, ad esempio, è andato a spostare i mobili a casa dei nostri amici, quasi tutto l’arredamento di queste case è da buttare. Diverse persone che conosciamo dormono nei palazzetti e nei centri d’accoglienza allestiti per l’occasione, altri sono saliti ai piani superiori delle proprie palazzine e sono ospiti dei vicini di casa. È una situazione brutta, bruttissima. Ma qui le persone sopportano e ripartono. Con una grande forza e il sorriso sulle labbra".

Chiara Gabrielli