LORENZO FAVA
Cronaca

I preparativi per la Macerata-Loreto. La partenza trasloca a Villa Potenza

Il ritrovo e la messa si terranno nella zona del centro fiere, a causa dei lavori allo stadio Helvia Recina. Calzolaio: "In 150 stanno organizzando i pullman per arrivare in città da diverse regioni e dall’estero".

"Come è possibile questo?", è la domanda che accompagnerà la 46esima edizione del pellegrinaggio Macerata-Loreto, in programma la notte fra sabato 8 e domenica 9 giugno. Il punto di ritrovo sarà quest’anno il centro fieristico di Villa Potenza invece che l’Helvia Recina, visti i lavori in programma allo stadio. Ermanno Calzolaio, professore di diritto comparato alla facoltà di legge Unimc e presidente del comitato promotore dell’iniziativa, racconta la storia del pellegrinaggio, tratteggiandone i lineamenti che hanno fatto sì che richiamasse, nel corso dei decenni, sempre più partecipanti e non solo persone di fede: "L’idea nacque quasi cinquant’anni fa da un giovane sacerdote che insegnava al liceo classico, don Giancarlo Vecerrica, che propose ai suoi studenti questo gesto al termine dell’anno per instillare una riflessione sul senso della vita. Nel 1978 partirono in 300 sotto la pioggia battente – racconta Calzolaio –, poi l’iniziativa prese sempre più piede, iniziando ad attrarre sempre più persone, dalle Marche e dalle regioni vicine. La settimana scorsa abbiamo fatto una riunione online con chi ha intenzione di partecipare quest’anno; hanno partecipato 150 persone che organizzeranno pullman per raggiungere Macerata, da tutte le regioni italiane e anche dall’estero, in particolare dalla Svizzera".

Il tema scelto per quest’edizione, "Come è possibile questo?", spiega Calzolaio, nasce da una motivazione triplice: "Una è quella biblica. La domanda è quella che sostanzialmente la Madonna, a quindici anni, viene avvertita dall’arcangelo che avrà un bambino, Gesù. Lei dice di non conoscere uomo, allora "come è possibile questo?"; la seconda ragione che ci ha spinto a scegliere questo tema è quella che riguarda i drammi mondiali e personali che ci attanagliano. Al pellegrinaggio succede qualcosa che ci riguarda e non appartiene al nulla e alla violenza di quest’epoca. La terza questione è quella che ha a che fare con la storia del pellegrinaggio stesso, che negli anni ha raccolto sempre più partecipati in un contesto dove la fede può sembrare aver perso ogni pertinenza con la vita; questo ci ha spinto a chiederci cosa succeda davvero durante il cammino. Alluvionati emiliani che hanno partecipato l’anno scorso hanno detto di essere arrivati sfiduciati per poi ripartire, dopo il cammino, pieni di speranza. Il pellegrinaggio – conclude Calzolaio – non richiama solo persone di fede, non è una magia, evidentemente durante il cammino accade qualcosa".