Il brigadiere capo Giovanni Proto a Porto Recanati e alla centrale operativa di Civitanova

Il brigadiere capo Giovanni Proto, in servizio nella caserma dei Carabinieri di Porto Recanati per circa 20 anni, assume il ruolo di responsabile della centrale operativa di Civitanova. Si è distinto per il suo grande fiuto investigativo e per aver salvato la vita a un extracomunitario. La sua assenza in paese si farà sentire.



Il brigadiere capo Giovanni Proto a Porto Recanati e alla centrale operativa di Civitanova

Il brigadiere capo Giovanni Proto a Porto Recanati e alla centrale operativa di Civitanova

Prestigioso incarico per il brigadiere capo Giovanni Proto, per circa vent’anni in servizio nella caserma dei carabinieri di Porto Recanati. Da martedì ha infatti assunto il ruolo di responsabile della centrale operativa di Civitanova. Cinquantadue anni e originario di Ostuni (in Puglia), era arrivato in città all’inizio degli anni ‘90 da carabiniere, per poi spostarsi a Macerata al nucleo del comando provinciale, finché poco dopo era ritornato nella stazione di Porto Recanati con i gradi da vice brigadiere. In questo lungo tempo si è sempre distinto a livello operativo, diventando uno dei più fidi collaboratori del luogotenente Giuseppino Carbonari, storico comandante della caserma portorecanatese. In particolare, il brigadiere Proto (nella foto) fu il carabiniere che il 13 gennaio 2011, dopo soli venti minuti dal fatto, arrestò l’albanese Armando Uka (all’epoca 25enne), perché ritenuto il responsabile dell’omicidio di un suo connazionale, Ardjan Shehag (39 anni), avvenuto a colpi di pistola nel bar Asso di Cuori. Tutto ciò grazie al suo grande fiuto e all’acume investigativo. Ma non solo: qualche anno fa salvò la vita a un extracomunitario che si stava buttando da una finestra, al 12esimo piano dell’Hotel House. E lo fece afferrandolo da dietro, rischiando a sua volta la pelle. Una cosa è certa, la sua assenza in paese si farà davvero sentire.